Promuovere la partecipazione delle donne ai processi di pace
"La Mediterranean Women Mediation Network riflette la lunga tradizione dell'Italia nella promozione dei diritti delle donne e dell'uguaglianza di genere". Lo ha dichiarato la vice ministra degli Esteri Marina Sereni aprendo i lavori della videoconferenza di presentazione dell'antenna in Kosovo della Mediterranean Women Mediators Network, un progetto lanciato, promosso e finanziato dalla Farnesina, in collaborazione con l'Istituto Affari Internazionali e Women in International Security Italy. "Promuovere la partecipazione delle donne nei processi di pace, nell'azione di mediazione e di consolidamento della pace nell'area del Mediterraneo - ha spiegato Sereni - è fondamentale per la pace e la sicurezza globali. Per questo, si è cercata ogni sinergia con altre reti regionali di donne mediatrici e si è costituita la Global Alliance of Regional Women Mediators Networks. Quest'anno si celebra il XX anniversario della Risoluzione 1325 su Donne Pace e Sicurezza, dobbiamo raddoppiare gli sforzi per attuarla pienamente".
Il Covid deve far nascere Italia nuova, la scuola è un pilastro
Il Recovery fund metterà a disposizione dell'Italia risorse che mai ha avuto "negli ultimi cinquant'anni" che devono portare non ad una "restaurazione del Paese come era prima del Covid, bensì a un nuovo modello di sviluppo che faccia superare tutte le disuguaglianze che c'erano e ci sono, un modello di sviluppo che abbia al centro la scuola e il sistema formativo, dall'asilo all'università gratuita". Lo ha detto il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, in un incontro con il professore Massimo Recalcati che apre un ciclo di colloqui dedicati a questo tema. La responsabile scuola del Pd, Camilla Sgambato, aprendo l'incontro ha spiegato che i Dem sono "convinti che la scuola sia la più grande infrastruttura del Paese e che sia il luogo dove si combattono le disuguaglianze", per questo "occorre evitare - ha detto - che la crisi sanitaria divenga anche crisi educativa".
Morra deve rappresentare le istituzioni, non se stesso
“Abbiamo già avuto modo di denunciare e condannare le affermazioni di Morra dell’altro giorno e le reiterate provocazioni di queste ore. Non c’è da aggiungere molto: si è mancato di rispetto alla memoria di jole Santelli, agli elettori calabresi ma sopratutto si è alzato un colpevole polverone che ha messo in secondo piano che il vero problema della Calabria è l’insediamento capillare nel tessuto economico e sociale, e nell’amministrazione, della 'ndrangheta. Nicola Morra non è stato eletto coi nostri voti, noi votammo Grasso, ma dalla maggioranza precedente e per la prima volta nella storia la sinistra non è stata rappresentata nell’ufficio di presidenza. Nonostante questo abbiamo sempre difeso l’istituzione e ritenuto che Morra rappresenti e debba rappresentare l’istituzione non se stesso o una parte. La preoccupazione del Pd è ora quella che, grazie alle sbagliate e pericolose affermazioni del suo Presidente, il lavoro e l’autorevolezza della commissione Antimafia vengano messe in discussione.
Morra sbaglia, il problema è la 'ndrangheta non i cittadini
“Morra sbaglia. Alimentare sterili polemiche non serve ad affrontare il tema della lotta alla criminalità organizzata in Calabria. È la ‘ndrangheta il vero problema di quella Regione. Accusando genericamente i cittadini e gli elettori calabresi si finisce per non vedere dove sono le vere responsabilità e per mancare di rispetto alla memoria di Iole Santelli che era stata democraticamente eletta Presidente di quella Regione. In quella terra, la criminalità organizzata si è insediata sempre di più nel tessuto economico politico e sociale. È questo che una politica responsabile deve combattere, insieme alle forze dell’ordine, cercando unità e senza scadere in accuse generiche e senza senso”. Così il senatore Franco Mirabelli, Vicepresidente dei senatori del Pd e capogruppo dem in Commissione Parlamentare Antimafia.