Basta bulimia riformista

Matteo Renzi gli ha dato un compito piuttosto difficile: ridare ossigeno al suo progetto politico e a quello del partito. Tommaso Nannicini, classe 1973 e una cattedra in Bocconi, non ha paura di citare le formule ormai lontane dei padri fondatori del Pd: Gramsci e Veltroni.
Nannicini, perché il Lingotto?
«Perché lì è iniziata la storia di un partito a vocazione maggioritaria che non si rassegna alle regole della democrazia consociativa. Quella che uno va a votare, poi si decide con chi allearsi a tavolino dopo le elezioni».
Con Renzi per un PD moderno e una prospettiva di governo del centro sinistra in Italia e in Europa

Perché ha saputo usare un linguaggio, e produrre un messaggio, in grado di superare i confini ideologici in cui è stata rinchiusa per anni la sinistra italiana e il suo gruppo dirigente, proiettandola verso una concreta e stabile prospettiva di Governo del Paese.
Ripartiamo dal lavoro

Così Piero Fassino in un'intervista a Repubblica in cui rileva: "Ci lasciamo alle spalle tre mesi difficili: la vittoria del No nel Referendum, il travaglio della sconfitta, la scissione. Non possiamo stare ancora fermi. Dal Lingotto deve partire un nuovo inizio".
"Sviluppo, lavoro e welfare si realizzano in Europa, non da soli.
Renzi, cambia mare se vuoi restare il capitano

Caro direttore, viviamo mesi cruciali e difficili al tempo stesso. L'Europa è attraversata da tensioni fortissime, di cui vedremo i risvolti negli appuntamenti elettorali che interesseranno quest'anno anche i due più importanti Paesi dell'Ue, cioè Germania e Francia. Soffia impetuoso il vento della contestazione acritica, del "no" a tutto e tutti. In Italia negli ultimi anni un solo partito si è fatto carico quasi interamente della responsabilità di governo su scala nazionale e locale: il Partito Democratico.