Ritrovata compattezza
Intervista della Provincia di Como.
«Meglio del previsto». Questo il commento della deputata comasca Chiara Braga al termine della riunione fiume del PD andata in scena ieri a Roma.
«Si era arrivati ad un livello di tensione molto alto nel partito. – sottolinea Braga – Ne usciamo con una posizione unanime ed è positivo. Maurizio Martina ha ottenuto un mandato pieno a trattare per conto del Pd, sarà lui a gestire i prossimi passaggi a partire dalle consultazioni di lunedì con il Presidente Mattarella. La relazione di Martina è stata approvata da tutti».
La posizione uscita dal vertice è quella di un no a qualsiasi ipotesi di governo guidato dai 5Stelle o dal centrodestra, anche se lo stesso Martina ha ribadito che a suo modo di vedere sarebbe stato opportuno un confronto con i 5Stelle e si è quindi persa un’occasione.
Bandire una parola dal nostro vocabolario
"Io non ho detto facciamo governo con Di Maio. Pregherei di bandire una parola dal nostro vocabolario ed è la parola tradimento che rievoca ricatto morale. Quando abbiamo fatto il Pd si diceva che tradivamo i nostri valori e noi ci siamo sempre indignati. Rispettiamoci reciprocamente, ma non c'entra niente il tradimento". Lo ha detto Piero Fassino intervenendo alla direzione del Pd.
"E smettiamo anche di dire che chiunque di noi prende una decisione o un'altra lo fa per una poltrona. Dobbiamo tornare a volerci bene", ha aggiunto. "Condivido la relazione di Martina, chiara, e può essere una buona piattaforma", ha poi spiegato Fassino: "Il voto ci mette di fronte alla frattura sociale Nord-Sud.
"E smettiamo anche di dire che chiunque di noi prende una decisione o un'altra lo fa per una poltrona. Dobbiamo tornare a volerci bene", ha aggiunto. "Condivido la relazione di Martina, chiara, e può essere una buona piattaforma", ha poi spiegato Fassino: "Il voto ci mette di fronte alla frattura sociale Nord-Sud.
Voto unitario positivo pur con le nostre differenze
"Ho apprezzato la relazione equilibrata di Maurizio Martina. Dobbiamo tornare ad ascoltarci, ad accettare le opinioni altrui". Così il ministro della cultura Dario Franceschini, nel corso della direzione del Pd. "Parto dalla considerazione- aggiunge Franceschini - che siamo in un sistema proporzionale con tre poli, senza una maggioranza. Dobbiamo quindi accettare una logica di alleanze tra avversari. È questo lo schema che abbiamo davanti. "Chi ha 'semivinto' non è riuscito a fare un governo. E allora abbiamo provato a percorrere la strada di un confronto con i 5Stelle. Non un governo, ma un confronto", ha sottolineato Franceschini. "Abbiamo impostato la prima fase dando la responsabilità a chi è arrivato primo e secondo alle elezioni. Visto il loro fallimento, siamo entrati in una seconda fase. Tenuto conto che non potremmo mai appoggiare un governo della Lega, avevamo iniziato a esplorare la possibilità di avviare un confronto con i 5stelle".
Al PD serve un congresso
Al PD, al mio Partito, serve un congresso. L’ho sempre pensato, stasera lo penso ancora di più. Abbiamo differenze interne che vanno chiarite e portate a sintesi.
Abbiamo unitariamente confermato la fiducia al segretario reggente. A me non era mai mancata, ma bene. Abbiamo ribadito la contrarietà ad accordi politici di governo con i cosiddetti vincitori, su entrambe le sponde. Bene. Abbiamo approvato una relazione dove si apre la riflessione autocritica. Sulle sconfitte e sulle nostre mancanze. Bene.
Siamo d’accordo su tutto? No, non mi pare. Io per esempio non condivido l’idea che il nostro abbraccio ai 5S fosse necessario. Anzi.