Le radici della nostra democrazia

Anche il 25 aprile è entrato nella campagna elettorale. Da un lato Salvini che cerca di intercettare i voti della destra e di quanti pensano che ormai, a tanti anni di distanza, non sia più il caso di parlarne, e dall’altro Di Maio che, per mera contrapposizione, cerca di denunciare il pericolo di negazionismo. Entrambi però sfuggono dal cuore del problema che è quello di fare memoria delle radici della nostra democrazia. Purtroppo nell’ingolfamento dei giorni in cui si fa memoria di qualche evento straordinario, questa data rischia di essere derubricata mentre ha una sua specifica portata genetica che dovrebbe continuare ad essere valorizzata: da quel giorno nascono infatti un regime di libertà, la democrazia, il percorso che porterà alla Costituzione.
I politici non possono ignorare la Storia

Consuma le scarpe in giro per l’Italia. Una vita da testimone quella di Liliana Segre, 88 anni, sopravvissuta all’Olocausto e senatrice a vita. «Infatti sono stanca. Questo 25 aprile credo che rimarrò a casa. Mi hanno invitato in tv, ma ho davvero bisogno di staccare. Forse non ho più l’età per andare in corteo. Devo cominciare a delegare».
Che impressione le hanno fatto le polemiche sulla partecipazione del governo al 25 Aprile? I 5 Stelle ci saranno, la Lega lo ignora. Salvini dice che la vera liberazione è solo quella dalla mafia...
Il 25 aprile non è un'opinione

Ogni città, ogni Stato, ogni civiltà ha bisogno di un fatto, di una narrazione assunta come mito fondativo. Il mito fondativo trasmette una visione del mondo, dei valori che servono da insegnamento agli uomini attuali e alle generazioni future. Il 25 aprile è il mito fondativo della Repubblica italiana, è la guerra (vinta) di liberazione dall'invasore tedesco e dalle forze nazi-fasciste. Questa è la storia. Non aggiungiamo nulla, perché i fatti sono fatti.
No a riscritture della storia

"Conoscere la tragedia il cui ricordo è ancora vivo ci aiuta a comprendere le tante sofferenze che si consumano alle porte dell'Europa che coinvolgono popoli a noi vicini", ha aggiunto Mattarella, "Domani in moltissime località verranno ricordati le donne e gli uomini, i civili e i militari, i sacerdoti che contribuirono al riscatto del nostro Paese".