Il fronte sociale dell'emergenza

L'emergenza mette alla prova le famiglie povere, ma la chiesa non le abbandona. E' boom di consegne agli 8 "Empori della Solidarietà" che sono aperti in tutta la Diocesi, da Milano (Lambrate, Barona e Niguarda), a Cesano Boscone, Saronno, Lecco, Molteno e Varese. Ogni giorno ai 3.500 utenti che vanno a ritirare i pacchi viveri con la spesa ordinata gli 80 volontari distribuiscono 4,6 quinali, il 30% in più rispetto ai periodi normali. C'è un afflusso di 250 persone al giorno in ogni punto di distribuzione (+25%).
Dalle macerie sapremo tirare fuori il meglio

Straniante girare nelle strade vuote, passeggiare in una Galleria, il salotto della città, deserta. C’è un silenzio che quasi ci fa rimpiangere il rombo delle auto, e le sirene continue delle ambulanze. Non siamo in guerra, ma pare quasi. Solo che il nemico è un virus subdolo, invisibile.
Roberto Vecchioni, cantautore, il professore della musica italiana, che da sempre osserva la città con occhi «innamorati» («Sono troppo di parte, amo profondamente questa città!»), che impressione le fa così vuota, spoglia, ferma?
Fatica e sfida da non sprecare

L’inimmaginabile è accaduto: da ieri sera 60 milioni di italiani sono vincolati nei loro spostamenti; le attività di tutti i giorni (non essenziali) improvvisamente cancellate; l’intera vita quotidiana stravolta. Tutti a casa. Cinema e teatri chiusi, traffico pressoché azzerato, centri delle città semideserti. Con la chiusura del Nord di domenica 8 marzo la crisi aveva già fatto un salto di qualità. Ora siamo definitivamente entrati in un territorio ignoto che non sappiamo dove ci porterà. Anche perché è difficile, a oggi, riuscire a prevedere quando le misure straordinarie adottate dal governo potranno essere revocate. La crescita ancora molto forte delle infezioni dice che non abbiamo raggiunto il picco del contagio.
No a indulto o amnistia ma è sbagliato militarizzare le carceri
Il Gruppo Partito Democratico esprime la più sentita solidarietà, il sostegno e la vicinanza agli agenti della Polizia penitenziaria, che sono in questi giorni e in queste ore impegnati in un difficile ruolo; agli operatori, che pure in carcere stanno cercando di lavorare per attenuare le tensioni; ai direttori, che sono di fronte a un compito molto difficile, spesso con strumenti limitati.
È evidente che gli atti compiuti in questi giorni sono gravi ed ingiustificabili; vanno puniti con grande fermezza gli autori delle devastazioni. Dico di più al Ministro della Giustizia: penso che vada anche verificato fino in fondo se ci sia stato un disegno destabilizzante su tutto il territorio nazionale per diffondere le rivolte ed individuare chi ha guidato questo progetto.