La battaglia del governo Meloni contro la mafia non va oltre le ricorrenze
Articolo di Franco Mirabelli pubblicato su Domani.
Certamente il governo Meloni non può essere accusato di non parlare di mafia. Non c’è ricorrenza che non sia celebrata o vittima che non venga doverosamente ricordata e dall’altra parte non si perde occasione per rivendicare il merito di aver salvato il 41 bis e l’ergastolo ostativo, cosa peraltro discutibile, dato che il testo approvato su questo, per recepire i rilievi della Corte Costituzionale, è del tutto identico a quello, sostenuto da tutte le forze politiche, che nella scorsa legislatura non è andato a buon fine solo per lo scioglimento anticipato delle Camere.
Certamente il governo Meloni non può essere accusato di non parlare di mafia. Non c’è ricorrenza che non sia celebrata o vittima che non venga doverosamente ricordata e dall’altra parte non si perde occasione per rivendicare il merito di aver salvato il 41 bis e l’ergastolo ostativo, cosa peraltro discutibile, dato che il testo approvato su questo, per recepire i rilievi della Corte Costituzionale, è del tutto identico a quello, sostenuto da tutte le forze politiche, che nella scorsa legislatura non è andato a buon fine solo per lo scioglimento anticipato delle Camere.
Per l'Ucraina una pace giusta e sicura
Intervista di Avvenire a Matteo Zuppi
«Quanti giovani vescovi ci sono qui…». Scherza il cardinale Matteo Zuppi mentre esce dall’aula del Pontificio Collegio ucraino di San Giosafat, sul colle del Gianicolo, che ospita i lavori del Sinodo della Chiesa greco-cattolica. Per quasi due ore ha dialogato con i quarantacinque presuli arrivati dal Paese aggredito e da quelli della diaspora ucraina per l’annuale assemblea che quest’anno si tiene a Roma.
«Quanti giovani vescovi ci sono qui…». Scherza il cardinale Matteo Zuppi mentre esce dall’aula del Pontificio Collegio ucraino di San Giosafat, sul colle del Gianicolo, che ospita i lavori del Sinodo della Chiesa greco-cattolica. Per quasi due ore ha dialogato con i quarantacinque presuli arrivati dal Paese aggredito e da quelli della diaspora ucraina per l’annuale assemblea che quest’anno si tiene a Roma.