Milano resiste

Milano in controtendenza non premia la Lega. Sembra una città staccata dal resto del paese, almeno a giudicare dai risultati di queste elezioni europee . Il Partito democratico raggiunge il 35,9% circa, superando di 8 punti il Carroccio, mentre il Movimento 5 Stelle implode verso l’8 percento.
Quest’ultimo dato, per la verità, sorprende meno del primo. È un fatto ormai consolidato che i pentastellati siano cresciuti maggiormente al Sud o in generale nei luoghi caratterizzati da crisi economica. A Milano il movimento di Beppe Grillo non ha mai sfondato, nemmeno alle ultime politiche, quando era riuscito comunque a superare la soglia del 18 percento.
Le città votano PD, la provincia la Lega

Nella provincia di Bergamo, vecchio feudo leghista, l’exploit di Salvini alle Europee ha sfiorato il plebiscito: il 51,1% dei consensi, sopra di 30 punti percentuali rispetto al 19,8% del Partito democratico. Un dato quasi moderato rispetto ai picchi di oltre il 65% raggiunti nei microcomuni che popolano il territorio, passato con disinvoltura dalla Lega nordista delle origini a quella nazionale dell’era Salvini. Spostandosi in città, «alta o bassa» che sia, lo scenario cambia. Il Pd si mantiene primo partito, con il 32,64%, tallonato (ma non superato) dalla Lega al 32,4%.
L'Europa è casa tua

Nella preferenza che mi avete accordato sento forte il riconoscimento per il lavoro costante di questi anni: il lavoro politico e il lavoro parlamentare, il lavoro sul territorio a servizio degli interessi della nostra circoscrizione, il lavoro a Bruxelles e Strasburgo che ha portato a risultati importanti per l'Italia e per l'Europa, dall'abolizione del roaming al sostegno alle PMI.
L'analisi del voto alle elezioni europee

I nuovi equilibri a Strasburgo, dicono che le famiglie politiche popolari, socialdemocratiche, liberali e verdi, sono ancora netta maggioranza ed i partiti sovranisti e nazionalisti, nonostante gli ottimi risultati in Italia, Francia e nei Paesi di Visigrad, sono netta minoranza e quindi politicamente marginali.
Certo, il voto di ieri è l’ultima chiama per accelerare nella costruzione di un’Unione Europe più politicamente Comunitaria, Solidale e quindi Federale.