Alle Europee liste aperte per battere il sovranismo
Il senatore del Pd Franco Mirabelli è convinto: «La lista delle Europee rifletterà il progetto di Zingaretti».
Come?
Come?
«Sarà aperta e inclusiva. Adesso che è diventato segretario con un consenso così forte, Zingaretti cercherà di capire se sarà possibile coinvolgere altre esperienze politiche e civiche, a cominciare da quella di +Europa e di Pizzarotti. L’idea è quella di cercare di costruire una lista che aggreghi tutte le forze europeiste e possa parlare a un centrosinistra ampio».
C'è stata una riscossa
"Sono soddisfatto, tra le persone che votavano ai gazebo ho avvertito la rinascita di uno spirito antico. Una riscossa psicologica inaspettata. Ritenevo che un'affluenza importante fosse indispensabile per dare forza al candidato vincente. E un'affluenza importante c'è stata. Le primarie sono la più grande manifestazione di democrazia nel nostro Paese, non i giochini calati dall'alto sulle piattaforme digitali". Lo dice al Corriere della sera l'ex premier Romano Prodi, secondo il quale inoltre "questi numeri contano perché servono a chiudere con il passato e, allo stesso tempo, danno la possibilità di aprire un nuovo capitolo". Con Nicola Zingaretti, fa sapere, "ci siamo parlati a lungo e più volte. Io credo che ora non si debbano più commettere i vecchi errori. Il Pd, ancor più con il voto di domenica, si conferma come la forza maggioritaria del riformismo in Italia.
Vorrei investire nei circoli
Prima scherza: «Per fare il tesoriere ci vuole il tesoro, mentre qui il tesoro non c’è». Poi si fa improvvisamente serio: «Ricevo tante congratulazioni per una nomina che non esiste, spetta all’assemblea nazionale che si terrà il 17. È una non notizia». Luigi Zanda è così: rigoroso. Preferirebbe non parlare prima che l’investitura diventi ufficiale.
Senatore non faccia il formale, altrimenti si potrebbe dire che pure Zingaretti non è ancora segretario perché deve passare per l’assemblea.
«Lui ha vinto le primarie col 65%, neanche se volesse l’assemblea potrebbe sceglierne un altro. Il tesoriere invece viene proposto dal segretario e poi votato».
Riformisti, tre motivi per non temere Zingaretti
Articolo pubblicato da Libertà Eguale.
Non condivido la posizione di coloro che meditano di abbandonare il Partito Democratico a seguito della vittoria di Nicola Zingaretti.
Non condivido la posizione di coloro che meditano di abbandonare il Partito Democratico a seguito della vittoria di Nicola Zingaretti.
In primo luogo perchè l'alto livello di mobilitazione dimostra che vi è ancora un popolo - gente vera, non click su piattaforme informatiche truffaldine- che vede nel PD il maggior baluardo contro la barbarie carioca, e sarebbe ingeneroso ed irrispettoso verso queste persone rispondere al loro voto con una diserzione.