Le annunciate dimissioni di Zingaretti

Le preannunciate dimissioni di Nicola Zingaretti da Segretario nazionale del Pd sono un atto di chiarezza e di coraggio anche se molto probabilmente l’Assemblea Nazionale le respingerà.
Detto ciò, ho sempre pensato e continuo a pensare che non sarà certo anche con un Congresso anticipato che si risolveranno i problemi strutturali del partito.
Il tema all’Ordine del Giorno in questa fase politica assolutamente nuova con la nascita del governo Draghi, deve essere quella per il Pd di una stagione Ricostituente per ridisegnare la forma partito e la sua progettualità identitaria e politica, in grado di agganciare una lettura incisiva della ineludibile profonda modernizzazione del Paese.
AreaDem sta con Zingaretti, basta con il film dell'orrore di questi giorni

"Io penso che dal 13 marzo abbiamo un impegno e un obiettivo che è quello di ricominciare a parlare al Paese e ai cittadini e spero che l'assemblea nazionale non sia l'ennesima puntata del film dell'orrore in cui stiamo assistendo in questi giorni". Franco Mirabelli, senatore Pd ed esponente di AreaDem, la componente che fa capo a Dario Franceschini parla così con l'Adnkronos del dibattito in corso tra i dem.
AreaDem fa parte della maggioranza di Zingaretti, come mai in questi giorni però siete apparsi piuttosto silenti mentre è in corso un bombardamento quotidiano nei confronti del Nazareno?
Il Pd e gli inconvenienti della subalternità

Il Movimento Repubblicano Popolare (MRP) fu un partito di matrice democristiana fondato nel 1944 da un gruppo di esponenti cattolici francesi che avevano partecipato alla Resistenza e che si impose subito insieme ai socialisti e ai comunisti come una delle forze dominanti della IV Repubblica, esercitando un forte influsso sulla stesura della Costituzione, ed affermandosi, come rilevano gli storici, essenzialmente come il “partito delle istituzioni”. Di fatto, il MRP partecipò a tutti i Governi che si succedettero dal 1944 al 1958, ed espresse ben tre Presidenti del Consiglio (Georges Bidault, Robert Schumann e Pierre Pflimlin).
L'Europa per la tutela di chi lavora con le piattaforme digitali

Bene che la Commissione europea abbia intrapreso un percorso di ascolto con le parti sociali, per tutelare e migliorare le condizioni di lavoro di decine di migliaia di persone che, ogni giorno, si interfacciano con il mondo del digitale.
Un'occasione per monitorare e, se necessario, intervenire in tutti quei contesti in cui emerge con chiarezza l'assenza di tutele sociali, di trasparenza e rispetto delle norme di sicurezza.
Il nostro compito è quello di fare il possibile per proteggere le lavoratrici e i lavoratori e scongiurare, quindi, la diffusione di nuove forme di precariato.
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