Da beni confiscati a strumenti di riscatto

186 sono i beni confiscati alla criminalità organizzata che l’Amministrazione comunale ha restituito alla società, altri 24 in attesa di assegnazione. Sono spazi ed energie che hanno un valore inestimabile per la nostra città, risorse alle quali dobbiamo continuare a dedicare attenzione e cura per renderli ancora di più segno e strumento di riscatto.
Milano fuori dalla narrazione

L’attuale campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Comunale di Milano, per una serie di ragioni fisiologiche e per un’altra serie di ragioni patologiche, appare se non sciatta, almeno scialba. Non si coglie, al di là di qualche brillante spunto individuale, né un dibattito su una visione prospettica della città né, tantomeno, una visione prospettica stessa della città.
Sulla politica prevale - in questa epoca di narcisismo digitale - la comunicazione; comunicazione che costruisce narrazioni che divengono a loro volta politiche.
L'utilizzo dei beni confiscati

Condivido le proposte che sono state presentate sui beni confiscati da Arianna Censi e Federico Ferri per riprendere l’annuale Festival dei Beni Confiscati e organizzare, in quell’occasione, una “conferenza” sullo stato dell'arte del contrasto alle mafie nel nostro territorio; favorire un’informazione sempre più capillare sulla presenza nei quartieri di beni confiscati e sulle attività svolte al loro interno dalle associazioni, così da valorizzare in un’ottica di rete con le altre istituzioni, specialmente con la scuola; prevedere che il Comune sostenga economicamente le attività svolte dalle associazioni all’interno dei beni confiscati, che costituiscano di fatto un servizio pubblico che richieda continuità; promuovere l’adozione di un regolamento comunale per l’acquisizione, l’assegnazione e il monitoraggio dei beni confiscati alla criminalità organizzata; prevedere che il Comune, anche in collaborazione con il Tribunale e l’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati, assegni provvisoriamente, con iter accelerato, spazi adeguati alle famiglie afghane in fuga dal regime dei Talebani.
Draghi e gli industriali

Nel passato ogni volta che un Presidente del Consiglio veniva salutato in modo molto positivo all’Assemblea di Confindustria e ve ne sono state ben poche, devo confessare che scattavano in Me dei dubbi.
Non è certo il caso di oggi, dove l’accoglienza calorosissima tributata dagli industriali al Premier Draghi è ampiamente condivisa e meritata.
Del resto, quando la vaccinazione sta andando alla grande e la ripresa economica si attesta intorno al 6%, solo per citare i dati più significativi, questo è il caso in cui Confindustria, si dimostra in sintonia con gli interessi generali del Paese.