Le è arrivato un sms mentre era a sciare con gli amici: «Monnalisa è italiana!». Il mittente era il suo avvocato. Sì, perché che Monnalisa dovesse essere italiana ha dovuto dirlo un giudice del Tribunale di Siena. Avevamo raccontato la sua storia: non bastava essere nata in Italia, averci vissuto per tutta la vita (19 anni) e aver frequentato asilo, elementari, medie e superiori. No, il Ministero dell’Interno ha scritto al sindaco di Monteriggioni, il suo Comune di residenza, che, per la legge, Monnalisa restava «una cittadina albanese per diritto di sangue». Anche se in Albania ci era andata una sola volta in tutta la sua vita, in vacanza. Il Ministero contestava infatti a Monnalisa di essersi iscritta all’anagrafe solamente all’età di tre anni (per un errore dell’impiegato dell’anagrafe di allora, peraltro).