La doppia preferenza di genere funziona
Alla prova dei fatti la doppia preferenza di genere funziona. La prova dei fatti sono le elezioni amministrative di domenica scorsa dove, per la prima volta, è stata applicata la legge che prevede che si possono votare due candidati, purchè di genere diverso, pena la nullità della scheda. Il risultato è che sono state elette un numero di donne molto maggiore che nelle elezioni precedenti. Per avere un quadro più preciso della composizione dei nuovi consigli comunali bisognerà attendere l’esito dei ballottaggi. Così come sarà importante vedere quale sarà la composizione delle giunte, che la legge prevede debbano garantire pari rappresentanza di genere.
Ma già ad oggi, guardando i dati dei Comuni della provincia di Milano che hanno eletto il proprio sindaco al primo turno è chiaro che la presenza femminile è consistente. Ad Arese le elette sono 7 su 16; tra i consiglieri eletti per il Partito democratico 4 su 6 sono donne. A Basiglio sono 4 su 10, a Opera 5 su 16, a Zibido San Giacomo 4 su 10. Questo senza contare che tra l’area metropolitana milanese e quella della provincia di Monza sono state elette ben quattro sindache donne, a Nova Milanese, Bellinzago, Macherio, Lazzate ed Arese.
Dati certamente più confortanti di quelli delle scorse regionali lombarde, nelle quali sono state elette solo 15 consigliere su 80, solo 6 in più che nella scorsa legislatura. Per questo continuerò a chiedere con forza, come già avevo fatto senza successo nella precedente legislatura, che nelle legge elettorale regionale sia introdotta la doppia preferenza di genere.
Sul tema, insieme ad altri colleghi, ho già presentato un progetto di legge. L’auspicio è che sia approvato al più presto dal Consiglio.