Sconfitte e vittorie
Quando leggo da qualche parte che "occorre avere dignità e non inseguire la vittoria a tutti i costi" mi domando che idea della politica emerga da un simile modo di ragionare. Per troppo tempo a sinistra, nel PD anche, si è affermata l'idea che la sconfitta sia inevitabile e anche giusta perché il mondo (e l'Italia in particolare) è troppo cattivo e stupido per apprezzare la bellezza delle nostre idee.
Ed è così che si è alimentato un ceto politico parassitario che più fioccavano le sconfitte e più aumentava il suo potere, e che ora, allontanato dal potere, rimpiange le sconfitte e odia il maledetto usurpatore che è capace di vincere perché parla al Paese e non alla solita conventicola di iniziati.
Ed è così che si è alimentato un ceto politico parassitario che più fioccavano le sconfitte e più aumentava il suo potere, e che ora, allontanato dal potere, rimpiange le sconfitte e odia il maledetto usurpatore che è capace di vincere perché parla al Paese e non alla solita conventicola di iniziati.
Sveglia ragazzi: nella sconfitta non c'è alcuna dignità, c'è solo l'impossibilità di contare qualcosa. Solo chi vince può cambiare le cose, e se proprio vincere vi pare una cosa così poco chic, sapete, non è certo il medico a imporvi di fare politica. Lasciate fare ad altri.
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