No a tagli in odontoiatria al Sacco
Articolo di Sara Valmaggi.
Insieme al consigliere Carlo Borghetti, ieri ho partecipato al presidio dell’associazione dei pazienti del reparto di odontoiatria dell’ospedale Sacco di Milano, preoccupati per le notizie in merito alla decisione della direzione dell’azienda ospedaliera di ridimensionare l’unità operativa.
Il passaggio delicato sarebbe la mancata riconferma alla scadenza del contratto, il prossimo 30 giugno, di una parte dei 6 odontoiatri con contratto atipico e 3 assistenti alla poltrona, anch’essi con contratto atipico, che affiancano i 3 medici dipendenti con contratto a tempo pieno e altri 5 dipendenti del comparto. La riduzione del personale comporterebbe automaticamente la riduzione dei servizi offerti dalla struttura, tra i quali il servizio domiciliare e l’ortodonzia per i minori dai 6 agli 11 anni. Proprio ieri abbiamo presentato un’interrogazione all’assessore alla Sanità per conoscere in tempi brevi le intenzioni della Giunta per evitare il ridimensionamento. L’interrogazione era stata sollecitata dalla portavoce dei pazienti degli ambulatori del Sacco, Rosaria Iardino. Nel 2012 il reparto di odontoiatria del Sacco ha registrato 8.600 accessi, di cui il 40% da parte di soggetti con patologie cardiovascolari o ematiche (in terapia anticoagulante, piastrinopenici, emofilici), il 20% di pazienti con HIV/AIDS, e oltre il 30% di soggetti psichiatrici, dializzati, epatopatici, oltre che pazienti, in vario modo, da considerarsi fragili, tra i quali numerosi ultra sessantacinquenni. Il mantenimento del servizio dunque è doveroso e va sostenuto dalla Regione. Oggi l’odontoiatria del Sacco offre un importante servizio pubblico a favore di moltissime persone tra le quali anche pazienti fragili e con forte disagio economico e sociale. Le cure dentistiche sono tra quelle in cui il ricorso all’offerta privata è più alto ed è molto importante che si mantengano e si potenzino i presidi pubblici, alla portata di tutti, accessibili attraverso il ticket. Chiediamo che la Regione intervenga sulla direzione del Sacco per evitare il ridimensionamento e che nell’immediato promuova politiche per implementare l’offerta pubblica sull’odontoiatria.
I dati del 2012 dicono che i lombardi spendono in strutture private il 90% delle risorse dedicate alle cure odontoiatriche, e se in molti ricorrono al dentista solo in caso di emergenza, ben quattro su dieci scelgono di non curarsi affatto.
C’è un problema di prevenzione e un problema di equità. La strada giusta per garantire a tutti i cittadini l’accesso alle cure dentistiche è l’istituzione di un fondo integrativo regionale ad hoc, anche prevedendo una compartecipazione del cittadino, modulata in base al reddito. È nelle proposte del Pd e del centrosinistra, vedremo se la Giunta sarà disponibile a discuterne e ad affrontare questo tema.