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Perché ho votato la fiducia al governo

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco MirabelliArticolo di Franco Mirabelli.
Certo non è il governo che volevamo per questo Paese, certo è stata una scelta difficile e dolorosa quella di dar vita ad un governo che per vivere ha bisogno del sostegno anche di quelli che sono stati in questi anni e sono ancora i nostri avversari.
Eppure credo non potessimo fare altro nelle condizioni date e che una scelta diversa avrebbe avuto conseguenze imprevedibili per il Paese, il sistema politico, la credibilità stessa delle istituzioni.
Dopo un risultato elettorale che ci obbligava ad allearci per poter avere la maggioranza in entrambe le Camere e dopo il rifiuto del Movimento Cinque Stelle di votare la fiducia ad un governo di cambiamento per fare le cose proposte da Bersani restava una unica alternativa: andare subito al voto o dare vita ad un governo di larghe intese. Andare subito al voto avrebbe significato, con la stessa legge elettorale, rischiare un risultato - al di la di chi avrebbe ottenuto la maggioranza - che avrebbe riprodotto una situazione di ingovernabilità e tutto ciò in un Paese piegato dalla crisi economica, da mille problemi sociali irrisolti e da una sfiducia dei cittadini nella politica e nelle istituzioni che sarebbe solo potuta aumentare. Non sono parole ma fatti: gli esodati che hanno bisogno di risposte subito, le famiglie bisognose e senza reddito, la cassa integrazione che deve essere finanziata, la necessità di creare lavoro presto e il bisogno di alzare il potere di acquisto di salari e pensioni.
Se dopo due mesi senza governo e con tanti problemi irrisolti la politica avesse privilegiato agli occhi dei cittadini gli scontri e la propaganda invece che l'assunzione di responsabilità ancora di più di quanto già accade si sarebbe scaricata su di essa la rabbia e il rancore dei cittadini.
Per questo ho votato la fiducia al governo Letta: perché credo sia necessario, perché serve oggi più che mai mettersi al servizio del Paese. Continuò a pensare che Berlusconi ed il berlusconismo abbiano fatto male all'Italia e agli italiani ma, di fronte all'alternativa tra cercare di risolvere i drammatici problemi del Paese e mantenere le distanze da uno schieramento che comunque hanno votato un quarto degli italiani, credo dovesse e debba prevalere l'interesse dei cittadini. Questo governo è, come ha detto Letta, un atto di realismo, che fa i conti con le condizioni date e sceglie di provare ad affrontare i problemi degli italiani. Lo stesso Presidente della Repubblica ci ha chiesto di unire le forze e mettere al primo posto l'interesse nazionale e credo che questo appello non potesse lasciare indifferenti i tanti di noi che fanno politica per migliorare la vita delle persone.
Ora il governo c'è è dovrà essere giudicato per ciò che saprà fare e farà e, questa volta, ogni partito che lo sostiene si è assunto una responsabilità diretta di cui risponderà.
Se da subito prenderà provvedimenti che, come annunciato dal Presidente del Consiglio, aiuteranno chi ha più bisogno, daranno respiro alle famiglie e invertiranno la tendenza della disoccupazione avrà svolto il suo compito. E se nei prossimi mesi si cancelleranno i rimborsi elettorali ai partiti, si diminuiranno i parlamentari, si cancelleranno le province e cambierà il bicameralismo perfetto con la creazione del Senato delle Regioni, si darà un messaggio forte al Paese e il rapporto tanto difficile tra cittadini e istituzioni potrà cambiare. Se, invece, non riusciremo perché prevarranno tatticismi, interessi di parte e calcoli elettorali, credo gli italiani non ce lo perdoneranno e il rapporto tra cittadini e democrazia rischierà di essere ulteriormente compromesso insieme alla credibilità dei partiti e delle istituzioni.  
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