E’ del PD la prima proposta di riforma della sanità
Il gruppo regionale del Partito Democratico ha depositato il proprio progetto di legge di riforma della sanità lombarda. Il testo (pdl 193) è la prima proposta di riforma del sistema depositata in Consiglio regionale dal 1997 ad oggi e precede quello che la Giunta regionale dovrebbe depositare nei prossimi mesi, che al momento è ancora nella fase preliminare, delle linee guida. Il testo è stato firmato da Enrico Brambilla, capogruppo democratico, da Carlo Borghetti e Sara Valmaggi e dai colleghi di Pd e Patto Civico.
Idea fondante della riforma sanitaria del Pd è quella di abolire la separazione tra sistema sanitario e sociale per creare una sinergia virtuosa tra la rete sanitaria regionale e i servizi territoriali di assistenza e cura. L’attuale frammentazione del sistema infatti non garantisce la continuità di cura (i pazienti dimessi dagli ospedali dopo la fase acuta della malattia spesso non hanno punti di riferimento certi) e non consente l’integrazione fra le diverse tipologie di assistenza. Con il nuovo sistema socio sanitario il paziente avrà invece un unico punto di accesso a cure e servizi assistenziali.
Nel progetto di legge ad essere integrati sono dunque il piano socio sanitario regionale, i piani socio sanitari territoriali e piani sociali di zona dei Comuni. Il sistema sanitario regionale (SSR) diventa dunque sistema socio sanitario regionale (SSSR) e fa capo ad un unico assessorato che include sanità e welfare. La nuova struttura ha un unico bilancio, un’unica direzione con un evidente risparmio di risorse. Nelle scorse settimane l’unificazione dei due assessorati, alla Salute e alla Famiglia, in un’unica struttura è entrata a far parte anche dell’agenda di Maroni, sostanzialmente però respinta dalle forze della sua maggioranza.
A supporto dell’intero sistema operano tre agenzie, a garanzia di uniformità e adeguatezza di intervento su tutto il territorio regionale:
1 - l’agenzia regionale per la programmazione, l’accreditamento, l’acquisto e il controllo delle prestazioni che programma e regola i servizi accreditati, acquista le prestazioni sanitarie e controlla le procedure amministrative (funzioni ad oggi svolte dalle Asl spesso in modo non uniforme).
2- l’agenzia regionale per l’innovazione, la ricerca e il governo clinico che svolge i controlli sull’appropriatezza e qualità delle prestazioni cliniche (svolti oggi in modo puramente formale) e fa da centro propulsore della ricerca e dell’innovazione.
3- rimane attivo come agenzia l’attuale ente regionale per l’emergenza e l’urgenza (Areu), che gestisce il 118 (oggi azienda).
Le Asl sono trasformate in Asst (Aziende socio-sanitarie territoriali). A loro va la gestione diretta degli Ospedali di Riferimento, di Territorio e dei Presidi di Comunità. Fanno capo alle Asst le cure primarie, intermedie, le prestazioni specialistiche territoriali e la prevenzione. Esse garantiscono un alto livello di raccordo con i comuni.
Il sistema ospedaliero lombardo si articola in:
- centri ad elevata intensità e complessità sia pubblici che privati gestiti dalle aziende ospedaliere, con un bacino di utenza di massimo un milione di abitanti. Hanno un dipartimento di emergenza ad alta specialità (Eas) e sono attrezzati per gli interventi con la più alta intensità di cura.
- rete della ricerca e della formazione che comprende gli Ircss ( istituti di ricerca) sia pubblici che privati, le università, gli enti e le istituzioni di ricerca. Alle strutture che si occupano di cura, ricerca e didattica sono destinate maggiorazioni tariffarie per le prestazioni di ricovero come riconoscimento per le attività di ricerca.
- rete ospedaliera che si articola in ospedali di riferimento, ospedali di territorio e presidi di comunità:
Gli Ospedali di Riferimento sono presidi ad alta intensità di cura con un bacino di utenza ampio (corrispondente in genere a un livello territoriale provinciale), un DEA per l’emergenza urgenza e numerose specialità.
Gli Ospedali di Territorio sono presidi a media intensità di cura, con un medio basso bacino di utenza, con Pronto soccorso e solo alcune specialità.
I Presidi di Comunità sono strutture a bassa intensità di cura,diffuse su tutto il territorio. Erogano prestazioni sia in regime di ricovero (possono offrire posti letto per subacuti e postacuti) che day hospital. Qui si trovano gli ambulatori dei medici di base e dei pediatri, gli ambulatori specialistici e i riabilitativi e gli infermieri di famiglia e di comunità associati.
E’ inoltre abolita la Legge Daccò, all’origine di molti dei recenti scandali della sanità lombarda.
“Oggi una persona esce dall’ospedale e se ha bisogno di ulteriore assistenza si trova sola – spiega Carlo Borghetti, che è capodelegazione del Pd in commissione sanità – perché nella sanità lombarda le cure ospedaliere sono state separate dall’assistenza sociosanitaria frammentata sul territorio. Occorre riunirle, identificando un soggetto, che per noi è l’azienda sociosanitaria territoriale, l’Asst, che fa la regia, di concerto con i comuni. Non ci sorprende che la campagna di ascolto online non stia andando bene, crediamo che su questo piano gli sforzi siano del tutto insufficienti perché l’ascolto e la condivisione vanno praticati con serietà e con metodo, non via email, sia con gli operatori che con i cittadini che con i livelli istituzionali, e da questo punto di vista, complice anche la vaghezza del libro bianco, la giunta Maroni non sta facendo quanto necessario”.
“Con la nostra proposta – spiega la vicepresidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi - puntiamo a rafforzare con decisione i controlli, istituendo anche un’agenzia apposita che ha il compito di compiere le necessarie verifiche anche rispetto ai risultati di salute attesi. Puntiamo inoltre a istituire un sistema di nomine dei dirigenti che sia davvero basato sul merito e che prescinda dalle appartenenze e dai legami politici. Puntiamo inoltre sulla prevenzione, con l’introduzione finalmente di un piano regionale, coordinato con quello nazionale, per promuovere corretti stili di vita e per aumentare l’investimento a riguardo, che oggi è solo il 5% del bilancio regionale”.