La Commissione Sanità non difende nessun interesse corporativo
Intervista a Emilia De Biasi (Presidente della Commissione Sanità del Senato) per Quotidiano Sanità.
Emilia Grazia De Biasi difende i lavori della Commissione, da lei presieduta, dalle accuse di scarsa incisività sulla trasparenza di Ordini e Collegi, per la presenza di rappresentanti degli stessi al suo interno. "E' finito il tempo dei soli obblighi di vigilanza dello Stato, occorre responsabilizzare gli ordini". Dopo 36 audizioni e 238 emendamenti presentati, "è arrivato il momento di assumerci le nostre responsabilità e di prendere decisioni".
Dopo le polemiche dei giorni scorsi sul Ddl Lorenzin sollevate da Ivan Cavicchi, per il quale il provvedimento rischierebbe di diventare "un inganno utile solo a coloro che non avrebbero alcun vantaggio dal cambiamento", ossia di fare gli interessi degli attuali ordini e collegi sollevandoli dall'obbligo di trasparenza, è intervenuta oggi la presidente dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato, Emilia Grazia De Biasi (PD), per fare il punto della situazione e difendere l'operato e l'autonomia della commissione da lei presieduta.
Presidente De Biasi, cosa si sente di rispondere alle accuse di Cavicchi?
Cominciamo a fare chiarezza e a mettere dei punti fermi su alcune inesattezze riportate da Cavicchi nei suoi interventi. Innanzitutto, a differenza di quanto da lui sostenuto su Il Manifesto, bisogna dire che la senatrice Silvestro non è la relatrice del provvedimento in commissione. Io ho deciso di essere relatrice di questo Ddl e ci tengo a difendere la dignità e la qualità del lavoro che stiamo portando avanti.
Poi devo sottolineare come non sia vera anche la storia che avremmo bocciato alcuni ordini del giorno e emendamenti presentati riguardanti la trasparenza. Ora io non so se ciò possa essere avvenuto alla Camera, ma di certo non è mai accaduto al Senato.
Si è parlato anche di fare gli interessi degli attuali Ordini e Collegi.
Io rispetto le opinioni di Cavicchi in quanto tali, ma non sono di certo la 'verità rivelata'. Accetto ogni tipo di critica, ma non posso tollerare che vengano distorti i fatti per poter dar adito a questi attacchi persecutori. Non posso altresì accettare che la commissione venga dipinta come un posto in cui si è 'schiavi' degli interessi rappresentati da presidenti o vicepresidenti di Ordini professionali, perché così non è. Al di là della vicenda personale della senatrice Silvestro sulla quale non voglio entrare, perché non è mio compito farlo, devo evidenziare come non vi sia mai stato neanche un singolo episodio di commistione di interessi nei nostri lavori. Bisogna distinguere i ruoli, altrimenti dovremmo arrivare a dire che, in quanto portatori di interessi, Veronesi e Fazio non avrebbero mai dovuto essere nominati ministri della Salute.
Quanto, invece, alla scarsa incisività del Ddl riguardo la trasparenza?
Il Ddl tutela la trasparenza, ma, al contempo, tutela anche l'autonomia degli Ordini. E' finito il tempo dei soli obblighi di vigilanza dello Stato, occorre responsabilizzare gli ordini, altrimenti sì che si tornerebbe al corporativismo. Il principio di responsabilità, e non solo quello dell'obbligo, deve diventare il cardine dello Stato. Per disciplinare questa materia abbiamo voluto abbinare altri Ddl a quello presentato dal ministro Lorenzin per dare un segnale ben chiaro al Governo: è l'intero Parlamento che si è voluto prendere la responsabilità di legiferare sul tema senza lasciare da solo l'Esecutivo.
Insomma, come commissione non avete nessun interesse particolare da nascondere.
Certo che no. E ripeto, accetto qualsiasi tipo di critica, anzi, dirò di più, posso anticipare che già domani proporrò, per il mese di settembre, un grande confronto pubblico sul riordino degli Ordini e dei Collegi. Ci sono professionisti che aspettano da troppo tempo di veder riconosciute le loro professionalità, di veder valorizzato il loro percorso di studi. Tutto questo avverrà dunque alla luce del sole, come a rimarcare che noi non abbiamo nessun interesse occulto da difendere. Su questo tema ci sono state ben 36 audizioni e sono stati presentati 238 emendamenti.
Dopo il confronto di settembre si potrà quindi sperare portare a conclusione i lavori a stretto giro?
Sì. Ovviamente tutto può essere migliorato, ma la cosa più importante ora è agire. In questo paese si è perso fin troppo tempo a discutere senza poi arrivare a concretizzare nulla. Noi, invece, vogliamo prenderci la responsabilità di scegliere e agire.