Riforma della legge sulle aree protette
Grande partecipazione di Associazioni ambientaliste, responsabili degli Enti Parco e amministratori locali all’incontro che si è svolto al Grattacielo e Pirelli e che è stato promosso dagli Eco.Dem della Lombardia in collaborazione con i gruppi parlamentare e consiliare del PD della Regione.
Qui sono disponibili i video, i testi e le slide dell'incontro»
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Oggetto della discussione è stata la riforma della Legge 394 del 1991 in materia di parchi nazionali e regionali e aree protette che si sta discutendo in Commissione Ambiente al Senato attraverso la presentazione di tre disegni di legge rispettivamente del Partito Democratico (a firma del senatore Caleo), del Nuovo Centro Destra (a firma del senatore D’Alì, che aveva già proposto una riforma analoga nella precedente legislatura ma che non era riuscita ad arrivare in porto, in seguito alla caduta del governo) e di Sinistra Ecologia e Libertà (a firma della senatrice De Petris) che stanno trovando una sintesi nella proposta del relatore Marinello (Nuovo Centro Destra) e che dovrebbe approdare in Aula tra settembre e ottobre.
L’incontro si è aperto con la relazione del senatore lombardo Franco Mirabelli, membro della Commissione Ambiente e che già nei mesi scorsi si era attivato per condividere le proposte in discussione con le varie realtà rappresentative dei settori che potevano essere interessati.
Nella sua relazione, il senatore Mirabelli ha esordito raccontando ai presenti i meriti della Legge 394 del 1991 con cui sono stati istituiti i parchi nazionali, regionali, le aree marine protette e che ha consentito al nostro Paese di salvaguardare e valorizzare lo straordinario patrimonio ambientale ma che, però, dopo 23 anni, necessità di un aggiornamento che consenta di migliorare alcuni aspetti e di adeguarla alle norme europee per la tutela della biodiversità e al protocollo “Natura 2000”.
Il senatore Mirabelli si è poi soffermato a descrivere i vari articoli previsti dal nuovo testo di legge (che va modificare le regole in materia di governance, attività economiche e finanziamento, salvaguardia delle aree contigue, norme più stringenti in materia di controllo della fauna), spiegandone i contenuti e la discussione in corso in Commissione sugli emendamenti.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Giampiero Sammuri (Presidente Nazionale Federparchi) che, attraverso una serie di slide ha presentato un confronto tra le Legge 394 e le proposte di modifica, confermando un sostanziale giudizio positivo per la scelta di effettuare un “tagliando” alla normativa vigente, in particolare sulla questione della salvaguardia delle aree contigue e ha avanzato tre richieste ai parlamentari presenti che avranno poi il compito di discutere e portare a casa il provvedimento definitivo. La prima richiesta di Federparchi riguarda le attività economiche dentro ai parchi e i contributi da esse derivati: il tutto deve riguardare esclusivamente gli impianti già esistenti e non attivare concessioni per nuove opere. La seconda richiesta riguarda la riforma delle competenze paesaggistiche da attribuire ai parchi. La terza questione posta da Federparchi come indispensabile, invece, riguarda la richiesta di finanziamenti ai parchi in base al budget.
Più politico e meno tecnico, invece, è stato l’intervento di Marzio Marzorati, Responsabile Parchi di Legambiente Lombardia, il quale ha contestato durante le scelte intraprese dalla giunta regionale in materia di ambiente e ha denunciato la gravità della situazione in cui versa il Parco dello Stelvio. Sul fronte delle richieste, come Legambiente, ha segnalato l’importanza di connettere la riforma della normativa sulle aree protette alla legge contro il consumo di suolo, in quanto ormai i due temi sono strettamente collegati.
Il punto di vista degli amministratori locali lo ha espresso Massimo Depaoli, nuovo Sindaco di Pavia, che ha evidenziato come l’esperienza dei parchi regionali possa costituire un esempio anche per i parchi nazionali, avendo però l’accortezza di creare ambiti omogenei sui territori per realizzare interventi. Sottolineando l’importanza del ruolo dei Comuni oggi, Depaoli ha però segnalato anche che i sindaci non hanno tutti la stessa opinione e, per questo, sarebbe utile avere delle solide reti di amministratori locali e luoghi di discussione e confronto – quali enti intermedi di governance - che consentano di raggiungere posizioni più omogenee nella gestione dei territori.
Un altro fattore importante, secondo il sindaco di Pavia, riguarda gli agricoltori e il ruolo che hanno svolto in questi anni sempre più collegato ai parchi e alla difesa delle aree protette, contestando un’idea di sviluppo tutta incentrata sull’urbanizzazione. Si tratta di una novità importante che, per Depaoli, merita di essere valorizzata.
Sugli stessi toni anche Renato Aquilani, Presidente dell’Associazione Parco Sud Milano, che ha raccontato l’esperienza del Parco Sud, quale ente di cintura urbana che ha bloccato l’urbanizzazione selvaggia degli anni ’80 ma che è anche parco agricolo e come tale ha svolto un ruolo importante nell’evoluzione del rapporto tra agricoltura e ambientalisti, passato da un inizio burrascoso ad oggi in cui gli agricoltori sono i primi difensori del Parco.
In merito alla riforma della Legge 394/1991, Aquilani ha mostrato di apprezzare le novità introdotte sul fronte delle aree contigue e anche la semplificazione di alcune norme, così come i cambiamenti in materia di governance che vedono un maggiore coinvolgimento delle associazioni perché queste, secondo il Presidente dell’Associazione Parco Sud Milano, svolgono un ruolo di rappresentanza sociale all’interno del Parco.
Giuseppe Manni, Presidente del Parco Nord Milano, nel suo intervento ha sottolineato come sia ormai indispensabile un approccio nuovo verso i temi ambientali ed ecologisti: “Un tempo questi erano temi regalati a strenui fondamentalisti dell’ambiente ma oggi – anche in vista dell’Expo e della materia oggetto della manifestazione – è il momento di cambiare verso davvero anche su questo fronte ed è ora che queste questioni entrino nel dna delle persone”, ha affermato Manni. Partendo dall’esperienza del Parco Nord, in cui ci sono voluti 40 anni di lavoro per ricostruire la biodiversità all’interno, Manni ha lanciato la proposta di rilanciare i parchi periurbani, mettendoli in rete tra loro (come in parte si è già iniziato a fare), in vista della creazione della città metropolitana che come tale deve avere il suo parco e non farsi inglobare tutte queste realtà dalla Regione.
Manni ha concluso, però, lanciando un allarme ai parlamentari presenti che riguarda la situazione economica drammatica dei parchi regionali e per cui è indispensabile che nella nuova legge si trovi il modo di reperire finanziamenti stabili (che non possono essere in carico a Comuni ed Enti Locali, già privi di risorse).
Ultimo esponente dei parchi ascoltato è stato Agostino Agostinelli, Presidente del Parco Adda Nord, il quale ha segnalato l’urgenza delle nuove norme e ha avanzato la richiesta che si faccia il possibile affinché queste vengano approvate presto e diventino operative entro l’anno.
Allo stesso modo di Manni, anche Agostinelli ha sottolineato la necessità di modificare radicalmente la chiave di lettura del sistema dei parchi e la cultura ecologista secondo cui il parco realizzato diventa l’unico baluardo di cui accontentarsi e da difendere mentre al di fuori può avvenire qualsiasi tipo di cementificazione. Oggi, secondo Agostinelli, essendo cambiata la società, questo modo di pensare non ha più senso: “I parchi non rappresentano più la compensazione strutturale ad un capitalismo pesante tutto basato sull’urbanizzazione – ha evidenziato il Presidente del Parco Adda Nord – ma possono essere un perno su cui costruire un nuovo modello di sviluppo sostenibile”.
Serena Righini, membro della Segreteria Regionale del Partito Democratico della Lombardia, giunta a portare un saluto all’iniziativa, ha esposto la necessità di creare un nuovo modello di sviluppo economico più sostenibile perché l’ambiente non può più essere considerato solo come un ostacolo all’economia ma deve, invece, diventare un valore anche dal punto di vista culturale e sociale. Anche per questo motivo, ha contestati duramente la legge regionale recentemente approvata che consente le gare di moto all’interno dei parchi.
A raccogliere le osservazioni e le istanze presentate c’era anche l’onorevole Chiara Braga, Responsabile Ambiente per Segreteria Nazionale del PD, da sempre impegnata sulle questioni ambientali, ha espresso la volontà di portare fino in fondo questo progetto di riforma, frutto di un lavoro di confronto con il mondo dei parchi, le associazioni del settore e gli amministratori locali. La deputata democratica ha segnalato l’urgenza di mettere i parchi nelle condizioni di poter lavorare, fornendo loro gli strumenti necessari in tempi utili e per questo sono già stati attivati dei canali di contatto con il Ministro dell’Ambiente Galletti.
“Con questa nuova legge – ha affermato Chiara Braga – diffondiamo anche un’idea di sviluppo e di ambiente che abbiamo per il Paese. A partire dalle aree protette, serve costruire un nuovo modello di sviluppo locale, serve un’idea di sviluppo che metta l’ambiente tra le questioni su cui puntare. Per questo andrà portata avanti la richiesta che questo Governo abbia un’impronta verde un po’ più riconoscibile rispetto a ciò che è stato fino ad ora. Un passo importante in questa direzione è stato fatto con la presentazione delle norme per fronteggiare il dissesto idrogeologico e la difesa del suolo”.
Con l’occasione, infatti, Chiara Braga ha fatto anche il punto sulla legge per fermare il consumo di suolo che sembrava essere in dirittura d’arrivo con il Governo Letta ma che con il cambio di vertici ha subito una serie di rallentamenti e ora può forse vedere nuova luce per alcuni aspetti.
“L'incontro sulla riforma della legge sui parchi ha dato a tanti soggetti la possibilità di contribuire alla normativa che stiamo discutendo nella Commissione Ambiente del Senato, mentre la trattazione è ancora in corso e non a cose fatte. Faremo tesoro delle proposte e dei suggerimenti che ci sono giunti da associazioni e sindaci”, ha dichiarato il senatore Franco Mirabelli, in conclusione del convegno.
Sulla stessa linea Stefano Facchi, Presidente degli Eco.Dem della Lombardia e coordinatore dell’incontro che ha commentato: “Gran bella iniziativa a cui abbiamo registrato un’ottima presenza e un ottimo livello del dibattito. Mi pare che il metodo di discutere i progetti di legge prima che vengano approvati, avviando un confronto tra parlamentari, consiglieri regionali, sindaci e associazioni, funzioni bene”.