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Il ricordo di Vincenzo Cerami

Scritto da Emilia De Biasi.

Emilia De Biasi Signor Presidente, spero che quest'Aula possa dedicare un momento di attenzione perché considero corretto, giusto e importante che l'Assemblea ricordi la figura di Vincenzo Cerami, scomparso ieri all'età di 72 anni. Tutti noi in queste ore abbiamo avuto modo di leggere moltissimi attestati di stima e di affetto. Permettetemi di rivolgerne uno a nome mio e del mio Gruppo, ma spero anche con la condivisione dell'Assemblea.
Vincenzo Cerami era davvero un uomo straordinario. Ha avuto una vita ricchissima. È stato molte cose nella sua vita. Non è vero che abbia soltanto fatto lo scrittore e lo sceneggiatore: ha anche lavorato in America in campi del tutto diversi da quelli letterari. Era un cittadino del mondo, un intellettuale di altissimo valore, uno scrittore, voglio ricordarlo, che ha iniziato il suo percorso con Pier Paolo Pasolini, che è stato uno dei suoi professori, quello che lo ha avviato e gli ha dato il coraggio anche di iniziare quella vita di scrittore che è stata sempre improntata, come diceva lo stesso Cerami, al senso della realtà, alla voglia di raccontare la realtà così com'era. Una vita improntata alla considerazione della realtà come la più grande fantasia che l'essere umano possa avere.
I suoi iscritti e le sue sceneggiature straordinarie lo dimostrano: da «Un borghese piccolo piccolo», il suo romanzo da cui venne tratto il famosissimo film con Alberto Sordi, prima ancora vice regista con Pier Paolo Pasolini in «Uccellacci e uccellini» con Totò - lo ricorderete - a tantissimi altri film, al sodalizio immenso con Roberto Benigni, culminato in quella straordinaria sceneggiatura di «La vita è bella» che ha riportato il cinema italiano alle più alte vette internazionali, tanto che il film è stato addirittura studiato nelle università. E di questo fatto dobbiamo ringraziare moltissimo Vincenzo Cerami.
Ma Vincenzo Cerami aveva anche un lato di passione civile e di impegno politico. Io l'ho conosciuto personalmente in quella occasione. Lui è stato per un po' di tempo responsabile cultura, come si suol dire, del nostro partito, il Partito Democratico. Ebbene, io non ho mai conosciuto un responsabile cultura così poco responsabile cultura perché ci metteva tutta la vita; e a noi che magari un po' ingenuamente e un po' burocraticamente cercavamo di spiegarli le leggi, i provvedimenti e le cose da fare ci guardava e ci diceva che era la cultura a dover essere sostenuta; questo immenso fiume di idee.
Abbiamo trascorso con lui serate indimenticabili a base di panini e acqua minerale, con lui che si lamentava e diceva, quando si trovava nel mio ufficio alla Camera: «Ma neanche un whisky mi offri?» Era un uomo che amava tantissimo la vita, era un gaudente, gli piaceva mangiare bene e bere, stare in compagnia e comunicare. Da questo credo abbia tratto anche la grande straordinaria forza che l'ha portato ad avere un impegno politico a tempo pieno fino ad arrivare ad essere assessore alla cultura nel comune di Spoleto.
Ebbene, mi avvio rapidamente alla conclusione perché ci sarebbero da dire tantissime cose. Dico solo che Vincenzo Cerami è stato l'intellettuale che tutti noi vorremmo poter frequentare e conoscere ed è vero quello che dice Roberto Benigni: è un dono averlo incontrato. Io lo dico in modo sincero e commosso perché, anche dal punto di vista umano, raramente una persona di così alta cultura è stata in grado di comunicare umiltà e intelligenza, con quello sguardo chiaro così ironico e così profondo che diceva tantissimo.
Mi resta un rimpianto. Lui ha sempre detto: con te bisognerebbe andare a fare un tango sul Tevere. È un'immagine che trovo molto bella, perché ritrae un uomo votato alla vita e questo - ripeto - è un piccolo rimpianto che mi rimane, ma il grande riconoscimento che voglio fare a Vincenzo Cerami sta nella sua capacità di aver associato nei suoi scritti e nelle sue sceneggiature la piccola storia degli individui con la grande storia dell'umanità, riassunto in quella piccola frase che c'è alla fine di «La vita è bella» quando il bambino abbraccia la madre e dice: «mamma, abbiamo vinto». In quella frase c'è tutto, c'è la felicità immensa di un'umanità liberata con dietro il dolore straziante delle vittime che per la libertà hanno combattuto.
Ciao Vincenzo, non ti dimenticheremo.
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