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I Comuni non sono parassiti

Scritto da Piero Fassino.

Piero Fassino
«Certo che le tasse locali sono cresciute. Ma mai quanto i tagli del governo centrale. Negli ultimi 4 anni le risorse trasferite ai Comuni sono scese di 9 miliardi, le imposte municipali sono salite di 5,5 miliardi. Non abbiamo neanche compensato la riduzione dei trasferimenti» dice Piero Fassino.
«Bisogna finirla con il dipingere i Comuni come enti parassitari e inutili. E non dimenticare mai - aggiunge il sindaco di Torino e neopresidente dell`Anci - che i Comuni erogano servizi essenziali ai cittadini. Le dico solo una cosa: in 15 anni si sono stabiliti regolarmente in Italia 4 milioni di stranieri, e sono stati integrati nelle città totalmente a spese dei Comuni, lo Stato non ha tirato fuori un euro. Bisognerebbe apprezzare, anzi, il fatto che nonostante i tagli selvaggi i servizi dei Comuni ancora funzionano».
E dunque magari qualche spreco c`era.
«Ma non si può sempre vedere tutto come uno spreco! A Torino in due anni abbiamo razionalizzato le risorse, bloccato il turnover, ricontrattato forniture e salari, razionalizzato la spesa. In questi ultimi anni i Comuni hanno azzerato il loro deficit e dato un contributo netto al risanamento dei conti pubblici. Lo stesso sforzo non è stato chiesto all`amministrazione pubblica e agli apparati del governo centrale».
Ammetterà che se aumentano le tasse locali e pure quelle nazionali, qualcosa nel federalismo non va...
«Questo non è federalismo. Siamo partiti e lo abbiamo lasciato a metà, poi ha prevalso il neocentralismo. Abbiamo decentrato il potere alle Regioni mantenendo la competenza concorrente dello Stato. Il governo centrale, poi, è cieco, sordo. Non ci ascolta, ci taglia i fondi e ci complica la gestione. Negli ultimi 18 mesi hanno emanato 16 decreti che imnattano sulla nostra spesa, e noì ogni mese dobbiamo riscrivere il bilancio».
Luca Antonini, presidente della Commissione sul federalismo, dice che manca il coordinamento tra i vari livelli di governo.
«Ha ragione: partendo dal basso, quello che possono fare í Comuni lo facciano loro.
Ho chiesto al ministro Delrio un tavolo per ridiscutere il rapporto col governo. I cardini su cui si regge si sono lesionati, le decisioni ci piovono dall`alto. Invece vogliamo parlare dell`Imu, della politica fiscale, del patto di Stabilità che soffoca gli investimenti. Dobbiamo risolvere la questione delle competenze concorrenti partendo dal basso, dai Comuni. Oggi c`è una duplicazione di funzioni, una moltiplicazione di apparati e di costi. E un federalismo del tutto incompleto».
Oltre che costoso e poco trasparente. Non si sa mai di chi sia la responsabilità di un buco di bilancio, o solo di un autobus fermo. Detroit porta i libri in tribunale, Napoli e Reggio, in dissesto, tirano con un prestito a carico della fiscalità generale.
«Vogliamo far fallire Napoli e vedere cosa succede? E molto più ragionevole prevedere un sostegno per accompagnare il risanamento e mettere fine ai debiti infiniti».
Resta il fatto che le norme sul fallimento politico previste dal federalismo non sono mai state applicate.
«C`è il controllo della Corte dei conti e un sistema di sanzioni severo ed efficace. E a tutti i ministri che hanno presentato in Parlamento leggi finanziarie false, smentite dalle successive manovre correttive, chi ha chiesto il conto? Non assolvo gli amministratori irresponsabili, ma spesso i buchi non si creano in un solo anno, in una sola legislatura».
Anche le norme per evitare il cosiddetto scaricabarile sono saltate.
«La relazione di fine mandato è uno strumento utile. Serve a fare chiarezza. Io non dormo la notte per i problemi della mia città, ma non ho paura della responsabilità. Noi sindaci siamo pronti ad accettarle tutte, e pure le sanzioni se servono, ma se abbiamo maggiore autonomia effettiva, se condividiamo le scelte politiche. Qui è tutto un susseguirsi di tagli, misure, prescrizioni, direttive. Tutta roba decisa senza mai tener conto dell`esperienza di un sindaco. Quale scelta è stata condivisa con noi? Nessuna».
Insomma: il governo impone, taglia, e voi siete gli spreconi dissennati da punire.
«Assurdo. Noi ci mettiamo la faccia tutti i giorni, siamo la figura istituzionale a più diretto contatto con i cittadini, governiamo il 15% della spesa pubblica e facciamo i sacrifici più grandi di tutti. La faccia dei ministri e dei rappresentanti delle Regioni i cittadini non la vedono, chiedono il conto a noi. Poi siamo rappresentati come enti parassitari. In un momento in cui i cittadini guardano alla politica e alle istituzioni con crescente sfiducia i sindaci sono il vero punto di tenuta del sistema. Metterli in difficoltà significa segare l`albero della democrazia».
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