Il diritto alla felicità è un'aspirazione di tutti
"Il diritto alla felicità è troppo poco pronunciato dalla politica, ma è una aspirazione di tutte le persone, è la cosa più umana del mondo, è fatta di tante cose ed è una lente fondamentale attraverso cui guardare le vicende della vita, del lavoro, della società". Lo afferma la segretaria del Pd Elly Schlein, nel libro-intervista 'L'imprevista' in uscita oggi, in un'anticipazione riportata da La Stampa.
"Abbiamo lasciato troppo in disparte la dimensione dei desideri, dobbiamo riappropriarcene. La destra non suscita speranza, sono molto efficaci nel nominare i problemi, non lo sono affatto nell'offrire soluzioni concrete, ma sanno che nel momento in cui nomini un problema, o una paura che una persona vive, può scattare un meccanismo di immedesimazione e prossimità", aggiunge Schlein.
Nell'estratto riportato dal Corriere della sera Schlein ricorda gli scontri interni nella Sinistra universitaria nel 2010, ai tempi dell'Università a Bologna (facoltà di Giurisprudenza), seguiti alla vittoria delle elezioni contro Student office. Scontri sfociati nell'occupazione del direttivo: "Dopo che avevamo invaso la stanza, uno di quei ragazzi del direttivo mi guardò, mi alzò il dito contro e mi disse: 'Tu, qui, non puoi votare. E non puoi neanche parlare'". Schlein racconta: "Non mi pensavo come una front runner. Ho sempre fatto quello che in quel momento ritenevo giusto e utile fare rispetto a una comunità con la quale mi sono sempre mossa, e che poi via via si è allargata".
Nell'anticipazione di Repubblica, la leader Dem sottolinea: "Noi siamo i figli della stagione dell'Ulivo, dell'Unione. Siamo cresciuti con la promessa e la speranza di costruire una chiara alternativa alla destra". In tutto questo "è storia che, a un certo punto, qualcuno ha vinto il congresso e ha portato il partito in una direzione diversa: è legittimo, ma questo ha prodotto fratture. Così come il nostro tentativo opposto di riportarlo a casa, dove la gente si aspetta di trovarlo, può produrre qualche altro scossone".
- Storia di una leader imprevista - di Ellly Schlein - L'Espresso (pdf).
"Abbiamo lasciato troppo in disparte la dimensione dei desideri, dobbiamo riappropriarcene. La destra non suscita speranza, sono molto efficaci nel nominare i problemi, non lo sono affatto nell'offrire soluzioni concrete, ma sanno che nel momento in cui nomini un problema, o una paura che una persona vive, può scattare un meccanismo di immedesimazione e prossimità", aggiunge Schlein.
Nell'estratto riportato dal Corriere della sera Schlein ricorda gli scontri interni nella Sinistra universitaria nel 2010, ai tempi dell'Università a Bologna (facoltà di Giurisprudenza), seguiti alla vittoria delle elezioni contro Student office. Scontri sfociati nell'occupazione del direttivo: "Dopo che avevamo invaso la stanza, uno di quei ragazzi del direttivo mi guardò, mi alzò il dito contro e mi disse: 'Tu, qui, non puoi votare. E non puoi neanche parlare'". Schlein racconta: "Non mi pensavo come una front runner. Ho sempre fatto quello che in quel momento ritenevo giusto e utile fare rispetto a una comunità con la quale mi sono sempre mossa, e che poi via via si è allargata".
Nell'anticipazione di Repubblica, la leader Dem sottolinea: "Noi siamo i figli della stagione dell'Ulivo, dell'Unione. Siamo cresciuti con la promessa e la speranza di costruire una chiara alternativa alla destra". In tutto questo "è storia che, a un certo punto, qualcuno ha vinto il congresso e ha portato il partito in una direzione diversa: è legittimo, ma questo ha prodotto fratture. Così come il nostro tentativo opposto di riportarlo a casa, dove la gente si aspetta di trovarlo, può produrre qualche altro scossone".
- Storia di una leader imprevista - di Ellly Schlein - L'Espresso (pdf).
