La 'ndrangheta nel mantovano
Bisogna innanzitutto capire che cos’è successo e bisogna prendere atto di alcune cose. Non è un caso se Roberti, Direttore della Direzione Nazionale Antimafia, ha detto che l’inchiesta Aemilia che ha coinvolto anche il territorio di Mantova è un’inchiesta storica perché da qui si è capito che in territori che molti ritenevano immuni dalla presenza mafiosa, invece, si ritrovano non infiltrazioni ma veri e propri insediamenti della ‘ndrangheta che condiziona in maniera molto preoccupante l’economia privata, intervenendo nelle imprese, che ha la capacità di mimetizzarsi e alimentare con metodi mafiosi la vita di imprese e di tanti professionisti e che si è radicata qui perché qui ci sono più soldi privati che girano e perché spesso nei piccoli Comuni è più facile non essere messi sotto i riflettori.
Le vicende che sono accedute a Mantova raccontano di professionisti, scambi di favori, scambi di interessi che condizionano la vita dell’economia legale su questi territori.
Sul riconoscimento della Palestina
Intervista a Emanuele Fiano di Laura Cesaretti pubblicata da Il Giornale
Emanuele Fiano, parlamentare del Pd ed ebreo milanese, è nonostante tutto soddisfatto del compromesso un po` pasticciato che si è raggiunto ieri a Montecitorio con le due diverse mozioni di maggioranza sul Medio Oriente. Mozioni in cui, sottolinea, «il riconoscimento diretto dello stato di Palestina, che ora sarebbe stato un errore, non c`è».
Onorevole Fiano, il suo capogruppo Roberto Speranza però ha twittato il contrario: dice che è stato approvato il riconoscimento. Come la mettiamo?
«È colpa dei 140 caratteri di Twitter, mettiamola così. Speranza non poteva precisare che il riconoscimento e la linea dei due popoli-due Stati è l`obiettivo che abbiamo tutti, ma solo a valle di un mutuo riconoscimento tra palestinesi ed israeliani. D`altronde, se ci fosse stato, io non avrei potuto condividere la mozione del mio partito».
L'insegnamento dei giusti
Il magistrato Rocco Chinnici, gli uomini e le donne della Guardia Costiera, l'eritrea Alganesh Fessaha, l'ex sindaco turco di Aleppo Mehmet Gelal Bey, l’avvocatessa siriana Razan Zaitouneh,il giovane pacifista siriano Ghayath Mattar. Sono questi i sei "giusti" cui è stato dedicato un cippo nella cerimonia promossa dal Sindaco Pisapia e da Gabriele Nissim di Gariwo.
Sei storie grandissime di cui molte vengono da Paesi in cui sono in corso durissimi conflitti e noi crediamo siano destinati alla perenne dittatura, invece ci dimostrano che anche in quei luoghi ci sono tante testimonianze di persone che resistono e lottano senza odio.
Sulla vendita degli alloggi ALER
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