Presto una legge sul reato di tortura
La sentenza della Corte di Strasburgo riapre una ferita mai veramente sanata. Lo fa per dire che in quei giorni a Genova una catena di ordini e responsabilità improprie causò violenze inaudite provocando vittime tra i manifestanti e trascinando nel fango le forze dell'ordine protagoniste di tanta inumana brutalità. Una moderna democrazia europea non può permettersi di rimanere indifferente. Per questo stiamo per introdurre nell'ordinamento italiano il reato di tortura intesa proprio come dolo specifico e aggravante per chi usa violenza in modo ingiustificato o per estorcere dichiarazioni e infliggere punizioni. Con questa legge, che inizieremo a votare in settimana, vogliamo anche ricomporre quel vulnus che sono stati i fatti di Genova per il nostro stato di diritto.  Video dell'intervento» - Video della dichiarazione»Intervista di Emanuele Fiano al Manifesto (PDF)»



Il riconoscimento del genocidio armeno da parte di Papa Bergoglio ha scosso il mondo dall'indifferenza e aperto una nuova strada della pace e della riconciliazione fra i popoli. Cio' che e' stato resta e non si può riscrivere: le parole hanno un peso grande, perché ridisegnano i contorni della memoria e impediscono che essa svanisca nella pura ricostruzione di avvenimenti. Oggi il destino dell'umanità è un destino comune: la pace e il dialogo devono prevalere sul passato. Per questo è importante che anche la Turchia non interrompa il filo di speranza che ci lega, perché la Turchia di oggi, così vicina all'Europa, non è responsabile del suo passato, ma è responsabile con tutti noi del futuro di convivenza e di pace. La lezione che ci viene dal secolo dei genocidi è definitiva. Vogliamo che ciò che è accaduto non accada mai più. 
Intervista pubblicata da Il