Ripensare la sanità

Penso che i numeri positivi degli ultimi due giorni per la Lombardia vadano confermati. Sono numeri che inducono ad un piccolo ottimismo anche perché vengono dopo un periodo congruo da quando sono state introdotte le misure di chiusura delle città, delle Regioni e dai provvedimenti presi dal Governo per chiudere di fatto una parte importante del Paese. C’è qualche risultato, quindi, e speriamo che si confermi.
È importante che questi risultati siano basati sui numeri dei ricoveri, sul numero dei ricoveri in terapia intensiva e sul numero dei morti perché questi sono i dati oggettivi purtroppo e, ad oggi, sono dati che indicano una frenata al trend di crescita del virus che sembrava inarrestabile.
Dobbiamo rinascere

È l’ora di prepararsi a un altro modello socio-economico

«Non torneremo alla normalità, perché la normalità era il problema», è una frase che non mi esce dalla testa. In questi giorni, sbarrati in casa, spero che a nessuno sfugga l’importanza della riflessione sul post-Covid. I discorsi istituzionali ci annunciano privazioni sempre meno sopportabili in cambio di un “fuori dal tunnel” dove ci riabbracceremo, ci stringeremo la mano e torneremo in piazza. Mi chiedo: è questo davvero quel che speriamo per il domani? Tornare da dove siamo partiti? Ai virus culturali che avevamo? Io non voglio tornare da dove ero partito.
Aiutiamoci a fermare il contagio

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