Lotta alle mafie: le cose fatte e quelle da fare

Oggi le mafie sono cambiate e si sono estese. Al Nord ci sono tentativi molto aggressivi da parte delle mafie di penetrare nell’economia legale, come testimoniano anche molte inchieste, e lo fanno sfruttando qualunque possibile traffico, dalle false fatturazioni fino al gioco d’azzardo, ai compro oro, fino ad allestire vere e proprie banche, utili nella fase della crisi economica a prestare soldi agli imprenditori.
Necessario distruggere il sistema patriarcale
Un’ispettrice delle Nazioni unite ha definito l’Italia un paese malato di patriarcato e ha trovato in questa condizione la causa prima della violenza sulle donne. Per questo la necessità ora è andare oltre la gestione dell’emergenza è promuovere un lavoro culturale per distruggere il patriarcato, ancora diffuso anche nelle istituzioni.
Banche: ora procura nazionale contro i reati finanziari e una riforma della vigilanza bancaria

Dall’esperienza fatta in Commissione d’Inchiesta sul sistema bancario e finanziario, emerge che dobbiamo intervenire su tre versanti.
Il primo è la vigilanza. Penso, infatti, che si debba riformare la vigilanza perché, al di là delle responsabilità soggettive, gli strumenti a disposizione sono insufficienti. Nelle crisi che si sono verificate, c’è stato un rimpallo di responsabilità tra Consob e Banca d’Italia. Le 15 banche più importanti del Paese, inoltre, ormai sono controllate direttamente dalla BCE.
Il primo è la vigilanza. Penso, infatti, che si debba riformare la vigilanza perché, al di là delle responsabilità soggettive, gli strumenti a disposizione sono insufficienti. Nelle crisi che si sono verificate, c’è stato un rimpallo di responsabilità tra Consob e Banca d’Italia. Le 15 banche più importanti del Paese, inoltre, ormai sono controllate direttamente dalla BCE.
Riforma del Cinema

La scommessa di Dario Franceschini: «Sono certo che in tre anni partirà un meccanismo virtuoso del nostro cinema e saranno tutti contenti, anche le tv», assicura nel suo ufficio al Collegio Romano.
Ministro, partiamo dalla questione più spinosa: quella delle quote per le televisioni.
«Con la nuova legge sul cinema c’erano stati già tanti miglioramenti, ma mancava la parte più importante: il collegamento tra tv e opere italiane. Era affidato a una legge che sulla carta avrebbe potuto farlo, ma nella realtà non garantiva molto. Le quote c'erano, ma le sanzioni erano inapplicate. Ho preso il tanto decantato modello francese e l’ho riportato nel testo iniziale».
«Con la nuova legge sul cinema c’erano stati già tanti miglioramenti, ma mancava la parte più importante: il collegamento tra tv e opere italiane. Era affidato a una legge che sulla carta avrebbe potuto farlo, ma nella realtà non garantiva molto. Le quote c'erano, ma le sanzioni erano inapplicate. Ho preso il tanto decantato modello francese e l’ho riportato nel testo iniziale».