Il dialogo è doveroso ma l’esito non è scontato

«Penso che sia un bene per il Paese che Di Maio abbia rinunciato a governare con la Lega e penso che aprire un confronto su un programma di Governo con i 5Stelle, a partire dai nostri punti programmatici, sia un tentativo da fare; tanto più se ce lo chiede il Presidente della Repubblica». Franco Mirabelli ha parte negli ultimi anni della maggioranza che ha sostenuto Renzi ma, come il Ministro Franceschini, ora sostiene una posizione diversa da quella dell’ex Segretario. Riassumibile nel concetto: andiamo a vedere le carte, poi decideremo.
Cosa dicono gli iscritti?

Che fare?
Fallito il tentativo di un governo 5stelle/Salvini (con o senza tutto il centrodestra), adesso il mandato esplorativo a Fico si gioca nel campo del PD.
Non possiamo sottrarci al confronto, ma non dobbiamo assolutamente dare per scontato l’esito.
Il Pd deve dialogare con M5S

“L’apertura del Pd ai 5 Stelle è importante, perché i dem non possono stare su una torre d’avorio a seguire gli eventi. L’Aventino è sbagliato. Non credo però a un governo Pd-5 Stelle, ma più a un esecutivo istituzionale dove i due partiti possano collaborare su un contratto di programma”. Ex presidente della Regione Lombardia ed ex deputato, a lungo appartenente alla Democrazia cristiana e anche imprenditore, oggi presidente dell’associazione Globus et Locus, Piero Bassetti accetta di analizzare gli ultimi eventi politici guardando però il tutto da una prospettiva di più ampio respiro.
Non fare una retrospettiva

Piero Fassino, siete passati dal «tocca a loro» al confronto con il M55?
«Bisogna partire da due dati politici. Primo: il voto ci ha consegnato tre minoranze, nessuna autosufficiente per fare un governo, per cui servono intese. Secondo: dopo le elezioni avevamo detto: “Tocca a loro” perché destra e 5 Stelle avevano preso più voti ed era giusto riconoscerlo. Ma 50 giorni dopo sappiamo che quel tentativo è abortito. E oggi Di Maio lo ha certificato ufficialmente, cosa che per noi rappresenta la precondizione per qualsiasi discorso».
«Bisogna partire da due dati politici. Primo: il voto ci ha consegnato tre minoranze, nessuna autosufficiente per fare un governo, per cui servono intese. Secondo: dopo le elezioni avevamo detto: “Tocca a loro” perché destra e 5 Stelle avevano preso più voti ed era giusto riconoscerlo. Ma 50 giorni dopo sappiamo che quel tentativo è abortito. E oggi Di Maio lo ha certificato ufficialmente, cosa che per noi rappresenta la precondizione per qualsiasi discorso».