Milano vola e doppia l’Italia

Milano, ormai, va al doppio della velocità dell’Italia. Quasi tutti i dati macro-economici lo dimostrano. Ma il sindaco Giuseppe Sala rifiuta l’immagine di una locomotiva Milano che è scattata in avanti lasciando al proprio destino i vagoni trainati finora, cioè il resto dell’Italia, Sud in primis. Il primo cittadino, ieri mattina all’inaugurazione del nuovo campus dell’Università Bocconi, ha detto chiaro e tondo davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella che il capoluogo lombardo «rifiuta di immaginarsi come Città-Stato». Un modo per far dimenticare la polemica con il ministro per il Sud Beppe Provenzano, colui che non più tardi di 15 giorni fa ha detto che «Milano attrae ma non restituisce quasi più nulla al Paese».
Il nostro piano "Italia semplice"

Alcune settimane fa abbiamo indicato una delle grandi priorità da affrontare subito con coraggio: un piano “Italia semplice”, che disboschi la selva normativa che stritola l’Italia, che acceleri procedure, che accorci e renda certi i tempi per la realizzazione delle opere, sia nell’ambito del privato che in quello pubblico.
Una poderosa azione di semplificazione serve alle imprese, per dare loro slancio e per attrarre investimenti. L’incertezza e la vischiosità delle regole sono infatti uno dei maggiori freni alla crescita del Paese e il principale nemico per chi vuole fare impresa, dal piccolo commerciante alla grande azienda multinazionale.
M5S non può dettare l'agenda del Governo: intesa politica o non si va avanti

"Le elezioni regionali sono appunto elezioni regionali. E' chiaro che hanno una grande importanza, prima di tutto perché determinano il governo di quelle Regioni. E' evidente che per noi l'Emilia Romagna riveste un ruolo di particolare importanza e sono convinto che non perderemo. E' chiaro però che una sconfitta aprirebbe una fase di riflessione al nostro interno, anche se questo non vuole dire che il voto del 26 gennaio sia un referendum sul Governo". Lo afferma ad Affaritaliani.it Franco Mirabelli, vice capogruppo del Partito Democratico al Senato.
Voto regionale a parte, dal Pd arriva un messaggio molto importante ai 5 Stelle e a Luigi Di Maio: "Dopo l'approvazione della manovra ci sarà un passaggio decisivo per il futuro del Governo e capiremo se questa alleanza può avere una prospettiva", spiega Mirabelli.
Noi che viviamo sul Po con la paura delle piene

«Che cosa significa per un ferrarese come me il Po? Semplicemente, in una sola parola, significa casa. Perché il Po, con i suoi 65o chilometri di lunghezza, è una specie di anima collettiva che unifica, durante il suo tragitto, abitudini, mestieri, ovviamente la Storia… Però proprio quel fiume che assicura la vita, è nello stesso tempo un sinonimo di paura. Anche se una parte di noi lo dimentica. Quasi lo rimuove». Dario Franceschini, ministro per i Beni e le attività culturali, è legatissimo alla sua Ferrara e quindi alla cultura che il Po rappresenta: quella Padana nel senso più esteso e vasto possibile. In queste ore segue, inevitabilmente con una doppia preoccupazione, la piena del fiume.