Vicinanza e protezione ai rifugiati

L’impatto della pandemia aggrava ancor di più la critica condizione di quanti, a causa di conflitti o per la violazione di diritti fondamentali, sono costretti a fuggire dal proprio Paese.
L’Italia mostra continuamente e con senso di responsabilità la sua vicinanza a coloro che affrontano tali drammatiche vicende, offrendo accoglienza e protezione. La nostra attiva partecipazione al primo Forum Globale dei Rifugiati costituisce una concreta testimonianza.
Il ruolo dell'Europa di fronte alla crisi

C’è la percezione che ancora di più, dentro a questa crisi, o l’Europa si ritrova e ci salviamo tutti, oppure ognuno di noi e ogni Paese europeo, se è abbandonato a se stesso, rischia di esserne penalizzato.
Penso che sia evidente che in queste settimane l’Europa stia cambiando passo: non è più l’Europa dei burocrati, non è più l’Europa della finanza ma è un’Europa che si sta preoccupando di liberare tutte le risorse possibili per aiutare le persone, le imprese e gli Stati e fare in modo che da questa crisi si esca preservando la qualità della vita delle persone e i redditi.
L'Europa deve rilanciare sui fondi per la ricerca

Consumatore riluttante

La fine dell’incubo sarà forse verso la fine dell’anno, secondo il 60% dei consumatori intervistati da uno studio di Bian & Company, primaria società di consulenza strategica a livello internazionale, condotto in cinque Paesi (Italia, Francia, Germania Regno Unito e Svezia), che ha analizzato l’impatto della crisi Covid-19 sui sentimenti dei consumatori e sulle loro abitudini di acquisto.
La pandemia ha generato elevati livelli di ansia e preoccupazione e da molti di loro il momento della diffusione del virus è visto come un punto di non ritorno: il 30% degli intervistati italiani ha dichiarato che non si aspetta che la vita post-coronavirus possa essere uguale a quella di prima, nonostante i continui slogan che “andrà tutto bene”.