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Preoccupa un Codice che consente di affidare oltre il 90% degli appalti senza bandi e gare

Scritto da Franco Mirabelli.

Articolo di Franco Mirabelli.

Un codice degli appalti che consente di affidare senza bandi e senza gare oltre il 90% degli appalti pubblici preoccupa e spaventa.
Si lascia una discrezionalità totale per gli appalti fino a 150.000 euro, circa il 60% secondo ANAC, che vengono assegnati direttamente senza alcun obbligo di comparazione dei preventivi o altro.
Non serve né il bando né la gara per gli affidamenti sotto i 5 milioni dove con la procedura negoziata l’unico obbligo è invitare tra le 5 e le 10 aziende.
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Un danno ai quartieri popolari

Scritto da Stefano Chiappelli.

Per Stefano Chiappelli le modifiche al superbonus danneggiano le famiglie che vivono in alloggi degradati. Per questo il sindacato aderisce a “Fai la cosa buona”.
Un colpo di grazia a danno dei quartieri popolari e delle famiglie che ci vivono. Per il Sunia, sindacato unitario degli inquilini e degli assegnatari di edilizia pubblica, l’applicazione del decreto del governo 11/2023, così come concepito con il blocco della cessione dei crediti per i bonus edili, colpisce gli interventi di riqualificazione e risparmio energetico, di efficientamento, quelli antisismici e per la messa in sicurezza degli edifici di periferia, che sono attesi da anni.
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Nuovo codice degli appalti: così non funziona

Scritto da Rosario Pantaleo.

Articolo di Rosario Pantaleo.

Leggiamo e ascoltiamo notizie inerenti il lavoro in corso per definire il nuovo codice degli appalti e ci si augura che sia uno strumento di semplificazione delle procedure ma, al contempo, che eviti di abbassare la soglia sotto la quale si possono fare affidamenti diretti senza gara.
Se tale soglia fosse realmente quella al di sotto di 1250 mila euro, il pericolo di riempire cantieri con varie aziende “amiche” e non necessariamente capaci è molto alto.
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Medici e associazioni in piazza a tutela del diritto alla salute

Scritto da La Stampa.

Articolo della Stampa.

«Se andate in ospedale per prenotare un esame o una visita vi sentite dire “venga tra tre, quattro, sei mesi”, a seconda del caso, ma pagando, con le stesse persone e le stesse strutture, si può avere tutto la settimana prossima. Questo è l'intramoenia: la presenza del privato nel pubblico, una vergogna che dobbiamo cambiare perché non possiamo mantenere questa situazione di diseguaglianza». Per Silvio Garattini, presidente e fondatore dell'Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri, l'intramoenia è uno dei primi punti che andrebbero modificati per tutelare maggiormente la sanità pubblica.