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In Italia il lavoro è pagato troppo poco

Scritto da Giuseppe Sala.

Articolo di La Stampa.

«Il lavoro in Italia è pagato troppo poco, dobbiamo partire da questo punto per cambiare le cose». Un messaggio chiaro quello espresso oggi dal sindaco di Milano Giuseppe Sala durante un convegno alla Statale di Milano. «Questo vale per quanto guadagna un carabiniere o per un amministrativo in Tribunale ma vale anche per tanti altri lavori - prosegue Sala - è un problema enorme e gravissimo. Se Milano è una città costosa, dove prendere un appartamento costa tanto, bisogna trovare una formula».
Tra le proposte possibili elencate da Sala ci potrebbe essere un «premio sulla performance», ma ribadisce che «una soluzione bisogna trovarla, altrimenti nascondiamo la polvere sotto al tappeto». Il rischio è quello di «tornare indietro», di far tornare Milano «una città poco attrattiva». Per riuscire a sfruttare al meglio i fondi del Pnrr, per il numero uno di Palazzo Marino «non bastano le spese in conto capitale, ci vuole gente e quindi serve ripartire dal pagare meglio il lavoro. In questo momento sento l'angoscia di dover guidare una città che vista da fuori è splendente, che è un modello, ma che rischia di rallentare per questo tipo di difficoltà e io non voglio permetterlo». Un punto, quello del lavoro, toccato durante il convegno in Statale anche dal Professor Nando Dalla Chiesa: «Per combattere la mafia abbiamo bisogno di ricercatori, di persone meno precarie, che siano messe nelle condizioni di studiare per più tempo un fenomeno così complesso come quello della criminalità organizzata», visto che, come sottolineato dal Comandante generale dei carabinieri, Teo Luzi «la criminalità organizzata non è scomparsa, ci sono meno omicidi ma è perniciosa come 40 anni fa, e lavora tramite infiltrazioni nell'economia e nelle pubbliche amministrazioni».
Proprio questa mattina è stata sottoscritta la convenzione tra l'Ateneo e l'Arma dei Carabinieri per attività di formazione nell'ambito del Dottorato di Ricerca in Studi sulla Criminalità organizzata, un percorso di Studi che prepara persone «che si mettono al servizio del Paese - spiega Dalla Chiesa - è fondamentale che chi ha competenze specifiche in questo campo ricopra quei ruoli nella società che possono combattere in prima linea la criminalità organizzata, dalla pubblica amministrazione alla politica, fino all'economia». «Questo accordo ha un grandissimo valore perché quando si parla di criminalità organizzata il primo tema è culturale – spiega il Comandante Luzi - La sottoscrizione di un protocollo formalizza la volontà di fare sistema e noi manderemo un ufficiale, che verrà selezionato tra quelli del Ros, che darà un contributo culturale e formativo a questa importante Università milanese». Per il rettore dell'Ateneo, Elio Franzini la ricerca e l'innovazione della Statale si uniranno così all'esperienza dell'Arma .
A margine del convegno il sindaco Sala torna sulla politica e sugli scenari che potrebbero aprirsi per la corsa alle regionali in Lombardia dopo le elezioni del 25 settembre. Ribadisce che, sul fronte delle possibili candidature alle regionali «Letizia Moratti è ben decisa a rimanere in campo», e aggiunge «sicuramente Moratti non può essere la nostra candidata, mi sembra abbastanza evidente, non penso neanche che lei ambisca ad esserlo». E a chi gli chiede se, in caso di sconfitta alle elezioni, il ruolo da segretario di Enrico Letta possa essere messo in discussione, il sindaco replica: «Per il Pd è una costante questo dibattito su chi deve essere il segretario, trovo che non si debba ridurre solo a questo, ma a come riformulare il partito, come valorizzare il territorio. Letta oggi si è detto sicuro e tranquillo di continuare a essere il segretario ma in politica gli esiti elettorali o di quello che fai condizionano un po' il futuro». Guardando Milano, in merito al progetto sul nuovo stadio modificato dai club per il dibattito pubblico, che prevede la demolizione totale del Meazza e non più la salvezza di una parte, secondo il sindaco ora bisogna attendere il dibattito pubblico: «Lasciamo discutere la città, capisco che il progetto ha senso per le squadre. Io a tutti quelli che chiedono che deve rimanere San Siro dico, cosa ne facciamo?». Servono quindi idee: «Anche dai comitati che difendono San Siro non è venuta fuori un'idea per poter gestire due stadi. Dal mio punto di vista credo che sia economicamente gravoso, a meno che qualcuno durante il dibattito pubblico non si faccia avanti per dire 'lo gestiamo noi e lo affittiamo noi per una serie di anni'».

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