Serve un ampio dibattito pubblico
Sulle cellule staminali e' necessario un dibattito pubblico il più ampio possibile perché nel nostro Paese manca una cultura scientifica diffusa, che permetterebbe alle persone di affrontare la questione in maniera più consapevole e non sull'onda di un'urgenza drammatica di casi e di una certa pressione mediatica. Necessario. E' un tema drammatico che ha a che fare con la Costituzione italiana, con l'universalità del diritto alla salute. E questo vuol dire anche mettere a riparo la salute da interventi occasionali, non verificati, non scientificamente provati.
Mi auguro che possano esserci protocolli precisi anche con il sistema universitario, per una ricerca sia pubblica che privata. Non a caso il Parlamento ha deciso di sottoporre il metodo a sperimentazione, perché l'appropriatezza della cura e' importante sia da punto di vista scientifico sia dal punto di vista della salute delle persone. Ben vengano le metodiche nuove, purché siano esplicite, chiare, ci siano protocolli trasparenti e siano quindi accessibili e riconoscibili da parte di tutti. Da parte nostra non ci sono preclusioni di principio al metodo Stamina. Ma etiche e deontologiche si: non si può imputare ad una legge dello Stato la responsabilità della morte delle persone. E' bene che le cose siano ben chiare. Ognuno deve fare la sua parte: lo Stato deve vigilare. E vigileremo. Ora sta a chi propone la sperimentazione di farla fino in fondo, e secondo le regole.
Da Vannoni pretendiamo trasparenza
Quando abbiamo autorizzato la sperimentazione del metodo Stamina eravamo consapevoli della necessità di contemperare la speranza di malati e famiglie con la necessità di una verifica della scientificità e della non dannosità della metodica. Abbiamo fissato tempi certi, criteri, finanziamenti onerosi. In cambio abbiamo preteso trasparenza e dimostrazione di efficacia. Ora leggiamo che il metodo Stamina sarebbe frutto di un plagio, ultimo atto di una vicenda già di per sé delicata, anche per l'esposizione dell'Italia alle critiche della comunità scientifica internazionale. Vannoni minimizza, ma non rende pubblico nulla della sua ricerca, e anzi rilancia con baldanza le sue ragioni, peraltro non suffragate da alcuna evidenza scientifica. Come rappresentante dei cittadini italiani, prima ancora che come Presidente della Commissione Sanità del Senato, pretendo la verità, pena la sospensione della sperimentazione. Vannoni chiarisca i suoi rapporti con i ricercatori russi, renda pubblico il suo metodo. La trasparenza é il primo requisito di efficacia. Il secondo é la tutela della salute delle persone. Il terzo é il rispetto della comunità scientifica, della deontologia e delle procedure della ricerca. Tutto il resto é propaganda di mercato, cioè illusione a fronte della disperazione di malati e famiglie.
Da Vannoni pretendiamo trasparenza
Quando abbiamo autorizzato la sperimentazione del metodo Stamina eravamo consapevoli della necessità di contemperare la speranza di malati e famiglie con la necessità di una verifica della scientificità e della non dannosità della metodica. Abbiamo fissato tempi certi, criteri, finanziamenti onerosi. In cambio abbiamo preteso trasparenza e dimostrazione di efficacia. Ora leggiamo che il metodo Stamina sarebbe frutto di un plagio, ultimo atto di una vicenda già di per sé delicata, anche per l'esposizione dell'Italia alle critiche della comunità scientifica internazionale. Vannoni minimizza, ma non rende pubblico nulla della sua ricerca, e anzi rilancia con baldanza le sue ragioni, peraltro non suffragate da alcuna evidenza scientifica. Come rappresentante dei cittadini italiani, prima ancora che come Presidente della Commissione Sanità del Senato, pretendo la verità, pena la sospensione della sperimentazione. Vannoni chiarisca i suoi rapporti con i ricercatori russi, renda pubblico il suo metodo. La trasparenza é il primo requisito di efficacia. Il secondo é la tutela della salute delle persone. Il terzo é il rispetto della comunità scientifica, della deontologia e delle procedure della ricerca. Tutto il resto é propaganda di mercato, cioè illusione a fronte della disperazione di malati e famiglie.