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La settimana di sessione all'Europarlamento a Bruxelles

Scritto da Patrizia Toia.

Intervento di Patrizia Toia (video).

Questa settimana la plenaria si tiene eccezionalmente a Bruxelles per esaminare i tanti temi che oggi sono sul tavolo delle decisioni europee passando dal vertice informale di Versailles alle decisioni prese dalla Commissione con Re-Power, dalle misure per affrontare la crisi energetica e quella, terribile, dei rifugiati ucraini. Tanti importanti summit si svolgono in queste ore a Bruxelles: il Consiglio Europeo straordinario, la riunione della Nato, che vedrà presente, coi leader mondiali, il Presidente Biden e infine il G7. Appuntamenti cruciali per un momento di riflessioni e decisioni dalla portata storica, perché è tragicamente e prepotentemente entrata nella storia l’aggressione russa in Ucraina.
In aula abbiamo approvato un piano per i rifugiati ucraini, che muove da una spinta di grande solidarietà. C’è un popolo che rischia l’annientamento da parte di un nemico che sembra aver smarrito ogni residuo di umanità e attacca anche chi cerca salvezza dentro i corridoi umanitari. La situazione è, come ha affermato anche il portavoce dell’Unicef Elder, mai vista a memoria d’uomo e quasi impossibile da affrontare. Gente costretta a scappare, famiglie che si disperdono, bambini che varcano soli il confine verso la salvezza. Donne esposte a tutti i più indicibili rischi della guerra. L’ impegno dell’accoglienza vede l’Europa finalmente unita in un sforzo corale e senza deroghe. Polonia e Ungheria che nel recente passato hanno dimostrato la ben nota ostilità nei confronti dei profughi, sono questa volta in prima linea.
L’altro tema caldissimo è poi, ovviamente, quello dell’energia e dell’approvvigionamento di gas in particolare. Tema dalla complessità inedita che, come sapete, continuo a seguire giorno per giorno. I punti di partenza sono fondamentalmente due. Da una parte la scelta insindacabile di proseguire transizione ambientale, con il mix perfetto di fonti energetiche per il traguardo della decarbonizzazione. Dall’altra la dipendenza dal gas russo che, per paesi come la Germania o l’Italia, è particolarmente onerosa. Dipendenza che vogliamo e dobbiamo eliminare nel giro di un paio d’anni grazie a rapporti con paesi fornitori diversi. Puntare alla nostra sicurezza energetica è essenziale. Cosa sta proponendo la Commissione?
Per prima cosa ogni paese deve dotarsi, entro l’inizio di Novembre, di una propria scorta di gas riempiendo all’80% i propri stoccaggi. l’Italia possiede i propri, il passo determinante da fare è sposare un’ottica di condivisione e solidarietà intra-comunitaria per dare vita a stoccaggi europei. I provvedimenti legislativi, di alcuni dei quali io sono relatrice, vanno proprio ad intervenire proprio su questo. Si sta poi parlando concretamente, e concedetemi, era ora, di ACQUISTI COMUNI. L’Europa come acquirente unico, contrattualmente forte, avvantaggiato sul piano geo-politico è un obiettivo primario, per cui da tempo lotto. Le resistenze che questa proposta ha incontrato in passato, come per i vaccini, si stanno lentamente sgretolando davanti alla realtà. La Commissione si dice pronta, Io sono intervenuta in aula per spronarla perché si proceda, almeno con i paesi che "ci stanno". Si deve, in ultimo, agire sui prezzi intervenendo nel meccanismo di formazione. Non metto in dubbio che si tratta di interventi delicati, da calibrare con cura. Credo in ogni caso che quando una situazione si aggrava a tal punto da compromettere bilanci familiari, manifattura e trasporti si debba prendere il coraggio a quattro mani e agire. Noi chiediamo da tempo, come ha fatto anche Enrico Letta di recente, un tetto massimo provvisorio che accompagni le altre misure. Ma bisogna insistere su altri due punti. La piattaforma, ad Amsterdam, dove si determinano i prezzi del gas è troppo finanziarizzata. Eccessivo è il ruolo di fondi di investimento e altri soggetti speculatori. Questo mercato è fin troppo turbolento, i fruitori di energia di tutti i livelli hanno bisogno della stabilità, dell’accessibilità e della calmierazione dei prezzi che anche il contenimento degli operatori finanziari può garantire. Non dobbiamo poi cedere di un millimetro sulla diffusione delle fonti rinnovabili: biomasse, metano verde, idrogeno sono i veri investimenti del futuro, quelli che traghetteranno l’Europa dell’energia fuori dalla burrasca.
In chiusura accenno al tema della difesa, su cui torneremo abbondantemente, anche a seguito del Consiglio Europeo. Tema sensibile, che tanti pensavano di poter fare a meno di trattare, ma che la recente situazione internazionale ha riportato urgentemente all’ordine del giorno. Eserciti nazionali e coordinazione tra intelligence forse non bastano più. Che sia l’Europa unita a farsene carico, sono convinta, è una garanzia di efficienza, risparmio, ma anche e soprattutto segno tangibile dell’esistenza di una visione politica comune. Che si presenti l’occasione per compiere passi avanti verso un’unità che si rivela sempre più indispensabile per reggere alla prova di un contesto globale complicato e sempre più instabile. Perché la voce di pace e democrazia che l’Unione Europea coltiva si affermi sul piano internazionale, l’unità è il primo e più fondamentale passo da compiere.
Ci sentiamo al prossimo appuntamento dopo una settimana che tutti speriamo porti a qualche novità di dialogo e di spiraglio per il cessate il fuoco.
Video dell’intervento

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