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Economia, energia, caro benzina, occupazione

Scritto da Franco Mirabelli.

Intervento di Franco Mirabelli in tv a 7Gold.

Dal percorso che ho fatto da casa a qui ho visto che i benzinai hanno riportato sotto i due euro il costo alla pompa della benzina, sapendo che non è la piccola distribuzione il responsabile delle speculazioni ma sono i grandi produttori, i grandi compratori e distributori.
Credo che il Governo abbia fatto un primo decreto importante, probabilmente non sufficiente, che mette in campo una serie di misure senza fare altro debito. Queste misure vengono, cioè, finanziate in due modi: innanzitutto, essendo aumentata anche l’IVA che è entrata nelle casse del Governo, tutti questi soldi vengono investiti per abbassare il costo della benzina, togliendo alcune accise; secondariamente, le norme si sostengono tassando gli extra guadagni delle aziende che grazie a questa contingenza stanno facendo profitti molto alti sulla vendita di benzina e altre fonti energetiche.
Credo, quindi, che si sia fatto un primo pezzo: si è investito, si è messo in campo un intervento a favore delle famiglie, per aiutarle, soprattutto quelle più deboli, cercando di ridurre il costo delle bollette.
Tutto questo non è sufficiente, il Governo lo sa. Dovremo verificare nelle prossime settimane quali altre misure mettere in campo.
Il fatto che il provvedimento sulle accise duri fino a fine a aprile non è un dato necessariamente negativo ma è più la volontà e la consapevolezza che questo intervento non sia sufficiente e bisognerà mettere in campo anche altri interventi.
I contributi richiesti alle aziende con guadagni extra sono un fatto di equità.
Il Governo dice con grande chiarezza chi guadagna da questa crisi.
A fronte alle difficoltà di tutte le famiglie e di tante persone, infatti, c’è anche chi ci guadagna da questa crisi. Chi ci guadagna da questa crisi deve essere responsabilizzato e deve pagare una parte del costo dei provvedimenti che vengono messi in campo per aiutare le famiglie.
Trovo che questo principio sia assolutamente giusto e trasparente e credo che si realizzerà.

Gli ultimi dati mostrano che, anche sulla spinta data dal PNRR, l’occupazione sta crescendo.
Da diverso tempo, quando l’occupazione cresce, cresce proprio quella dei 50enni.
Il tema da affrontare è la difficoltà che hanno i giovani ad entrare nel mondo del lavoro e con condizioni di reddito che garantiscano un potere di acquisto accettabile.
Per questo ci battiamo da tempo perché ci sia il salario minimo.
Non credo che, in questo momento, il tema sia l’occupazione genericamente ma l’occupazione con un salario adeguato e la possibilità di far fronte al costo della vita.
Questo si affronta da una parte con il salario minimo e dall’altra parte, come si è fatto anche nelle ultime Leggi di Bilancio, tagliando le tasse sul lavoro per lasciare più soldi nelle tasche dei lavoratori dipendenti ma anche autonomi.
Bisogna andare avanti su questa strada.
È evidente che questo è un Paese in cui i salari e il potere di acquisto dei salari continua a diminuire più che negli altri Paesi europei. Questo è un problema fondamentale che va affrontato e che stiamo cercando di affrontare.

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