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Commenti al risultato elettorale di fine maggio

Scritto da Emanuele Fiano, Marina Sereni, Luigi Zanda, Lorenzo Gaiani, Piero Fassino.

Emanuele Fiano
Raccogliamo qui alcuni commenti ai risultati elettorali di Emanuele Fiano, Marina Sereni, Luigi Zanda, Piero Fassino e Lorenzo Gaiani.

Emanuele Fiano (Capogruppo PD in Commissione Affari Costituzionali alla Camera dei Deputati e Segreteria Nazionale PD con delega a Sicurezza e Riforme): Governare significa fare e cambiare. E questo non è sempre popolare. Di certo è forte il disagio nel Paese per la crisi ancora in corso, per i problemi del lavoro e certamente questo produce astensionismo e contemporaneamente la paura per la sicurezza e i temi dell'immigrazione producono voti per la Lega. Segnali che devono essere ascoltati e letti con attenzione e profondità per migliorare il nostro governo delle città e del Paese.
E questa sensibilità ha la priorità rispetto a questioni tattiche interne che magari qualcuno strumentalmente solleverà per lavorare ancora a produrre nuove divisioni nei Comuni che vanno ai ballottaggi adesso o in quelli dell'anno prossimo. Come se la Liguria fosse un nuovo modello di competizione interna congressuale anziché un esempio di come non si fa politica facendo perdere una regione al centrosinistra.

Marina Sereni Marina Sereni (Vicepresidente della Camera dei Deputati): Il panorama delle elezioni regionali e locali continua a cambiare la geografia politica del Paese e, dopo il voto di ieri, la stragrande maggioranza delle Regioni italiane sono governate da presidenti del PD e da coalizioni di centrosinistra. Il dato politico complessivo è questo, con buona pace dei commentatori che non vedevano l'ora di parlare di un ridimensionamento del Partito Democratico e di Renzi. La vittoria della destra in Liguria - che ovviamente lascia grande amarezza anche per le divisioni a sinistra che l'hanno resa possibile - non può offuscare in alcun modo il nostro risultato positivo. Ciò non toglie che ci siano in questo voto elementi su cui riflettere, su scala locale e nazionale. Ci sarà tempo e modo per vedere, dentro i numeri di questo voto, gli elementi su cui si può e si deve intervenire - in particolare nella presenza e nell'organizzazione del PD sul territorio. Ma senza dubbio il voto ci dice che dobbiamo andare avanti nel lavoro di riforma del Paese che il Governo ha messo in campo per consolidare i segnali di ripresa economica e per costruire il cambiamento che gli italiani si aspettano. Video dell'intervento di in Direzione Nazionale»»

Luigi Zanda Luigi Zanda (Capogruppo PD al Senato): Il dato politico complessivo ci dice che da quando Renzi è segretario del PD siamo passati da 6 regioni governate dal centrosinistra a 12. Il centrodestra ne governava 6 e ora ne governa 2. Si tratta di una vittoria incontrovertibile. E questo risultato ci incoraggia ad andare avanti con questo governo fino al 2018 con le riforme fatte e d annunciate. L'Europa ci chiede di andare avanti su questa strada. Io non ho mai visto così tanti risultati ottenuti da un governo in Parlamento. E nei prossimi 40 giorni affronteremo la discussione di provvedimenti sul codice degli appalti, sulla scuola, la riforma della Rai, le norme sull'omicidio stradale, le unioni civili. Si tratta di impegni che abbiamo perso con i cittadini e che manterremo. L'Italia ha bisogno di continuità e di continuità con lo sforzo riformatore portato avanti dall'esecutivo.
 
Lorenzo Gaiani Lorenzo Gaiani (Sindaco di Cusano Milanino): Vorrei attirare l'attenzione su due punti. Il primo è il dato dell'astensionismo. Ha votato il 52% e questo certo non fa piacere, è anzi indice di crisi di fiducia nei confronti della democrazia rappresentativa. Tuttavia è da capire come mai secondo alcuni commentatori questo sia un dato terribile in Italia mentre, sempre secondo costoro, non fa una piega che alle elezioni amministrative spagnole abbia votato il 49% (e si potrebbe anche aggiungere che la "straordinaria" vittoria di Podemos è stata ottenuta quasi sempre grazie all'accordo con liste civiche locali). Il secondo punto riguarda le Regioni in se stesse, la loro immagine pubblica, il ruolo che esse ricoprono nell'architettura istituzionale del Paese, la qualità del loro personale politico... Probabile che anche questo abbia inciso nel giudizio degli elettori.

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