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Ricordare Martinazzoli significa anche ricordare la fine della Dc

Scritto da Alessandro Del Corno.

Alessandro Del CornoArticolo di Alessandro Del Corno

Martinazzoli, persona politica e morale esemplare, fu vittima delle circostanze storiche, in conseguenza delle quali, non riuscì, non poté, probabilmente tutte e due, a governare per salvare la Dc.
Condivido in buona parte l’analisi di oggi da parte dell’ex segretario del PPI Castagnetti anche se differisco sul punto che la crisi culturale della Dc, iniziata con un certo fermento cattolico post conciliare e proseguita con le sconfitte sul divorzio e sull’aborto, sia automaticamente da assiomare al piano politico.
Faccio presente che al tempo delle sconfitte referendarie, la Dc veleggiava ancora intorno al 38% dei consensi. Ed anche al punto minimo dei consensi del 1992 con quasi il 30%, la Dc era di gran lunga il primo partito, in quanto il secondo era il neonato PDS al 17%.
Semmai il punto essenziale, sta probabilmente nel fatto di non essersi saputa rinnovare con la caduta del muro di Berlino.
Purtroppo però di quella stagione, dobbiamo ricordare anche i tanti personalismi o “unti del Signore”, Segni e Orlando tra tutti che, con il loro dinamismo non si rendevano conto, o forse no, di infliggere dei colpi mortali alla Unità partitica dei cattolici, contribuendo in modo decisivo, ad un salto precipitoso ed accelerato in un pluralismo partitico e politico pieno d’incognite, come la Storia si è incaricata di certificare e sentenziare.
Passaggio decisivo fu il referendum sul maggioritario con l’incredibile errore di valutazione nel si di tutto il partito di allora.
Poi certo, Tangentopoli che non fu soltanto legittimo perseguimento dei reati ed i processi di Palermo, finiti in niente, fecero la loro grande parte.
Certo oggi, dobbiamo chiederci: la fine dell’unità partitica dei cattolici e quindi la politica con la P che voleva Martinazzoli, ha portato ad un avanzamento per il nostro Paese?
Per Me, ma anche per dati inconfutabili, No!
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