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Attenti al gioco d'azzardo

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco MirabelliIntervista pubblicata da Il Sicomoro di aprile 2015
Vivace e appassionato il dibattito sul gioco d’azzardo svoltosi a Milano con l’interlocuzione del sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze Pier Paolo Barretta. Ne parliamo con il coordinatore dell’appuntamento Franco Mirabelli, capogruppo PD in Commissione Parlamentare Antimafia.
Perché tanta diffusione del gioco d’azzardo negli ultimi anni? Cosa è esploso?
La crisi ne è una componente importante, perché chi è fragile e debole pensa che ci si possa salvare con il gioco, basta vedere quanti acquisti mentre si ritirano le pensioni alla Posta.
Ma poi c’è stata una progressiva diffusione di alcuni tipi di macchine da gioco, ha preso piede il gioco on line. L’allora ministro Tremonti aveva liberalizzato il gioco nei locali pubblici per trarne vantaggio per l’erario.
I Comuni hanno cercato di contenere il fenomeno proponendo il criterio delle distanze da scuole, oratori, luoghi pubblici. Come valutare queste iniziative?
Vi è stata una positiva supplenza nelle regolamentazioni di distanze e orari da parte degli Enti locali. Era una delle poche loro possibilità, essendoci un vuoto legislativo da colmare. Sono poi emerse differenze fra quartieri, alcuni destinati al gioco altri no. Si è evitato il sorgere di nuove slot, ma non si è potuto incidere su ciò che c’era prima.
Si va quindi verso una normativa nazionale. Quali le novità?
Si interviene sulle macchine nei locali pubblici, con numeri, controlli, sanzioni. Vi sarà una riduzione, a livello nazionale, da 350 mila a 200 mila macchine. Non saranno ammesse macchine a scheda ma solo con accesso remoto collegate e controllati con i concessionari. Spazio minimo di 7 metri per macchina con massimo di 6 macchine, in stanze comunque separate dal resto del locale. Il gestore che non osserva o non controlla avrà sanzioni. Competenza delle Questure. Società di gestione controllate sulla provenienza dei capitali e dei soggetti. Sarà da recuperare il ruolo dei Comuni, però all’interno di una legge nazionale. Bisogna contenere il fenomeno, sapendo che non lo si può far scivolare nelle scommesse clandestine. Resta aperto il tema della pubblicità, non solo escludendo gli orari di accesso dei minori alla televisione, ma impedendo che essa venga proposta attraverso manifestazioni pubbliche, su magliette e campi di calcio. La normativa europea non permette però di proibire in assoluto ogni tipo di pubblicità.
Come ha contribuito a interessarsi del tema l’iniziativa ‘no-slot’ di bar, tabaccherie, negozi?
Grande è il merito di chi si è dato da fare opponendosi ad un reddito proveniente dal gioco. E’ stato un grande messaggio che ha fatto riflettere. Ha posto il tema morale che oggi diventa anche legale. I promotori del ‘no-slot’ non si sono sottratti a qualche rischio personale, ma hanno contrastato il gioco patologico.
Gioco patologico: cosa si fa al riguardo, per il recupero?
Vanno ampliate le campagne di informazione. La preoccupazione educativa deve risultare più presente ed assidua. Per chi è incorso in questa incapacità di autocontrollo sono e saranno potenziati dei fondi per interventi socio-sanitari. Slot-machines procurano sì entrate allo stato ma producono costi per le patologie.

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