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Il fondo di ripresa potrebbe essere replicato

Scritto da David Sassoli.

David Sassoli"Ci sono tutte le possibilità per il successo del piano di ripresa italiano e questo condizionerà positivamente la ripresa europea. Finalmente ci siamo. E ora vedremo anche quanto vale l'Europa quando si presenza unita". Lo ha sottolineato il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, in un'intervista al quotidiano Il Messaggero, parlando del Recovery Plan.
"Con le ratifiche nazionali l'Unione europea potrà cominciare ad emettere bond per finanziare il Fondo di ripresa e resilienza e distribuire le risorse ai singoli Stati. - ha aggiunto - Dagli investitori saremo valutati per quello che siamo, una grande potenza che ha deciso di fare debito comune per finanziare la ripresa comune. Siamo davvero a un cambio di fase".
Per il presidente del Parlamento europeo servirebbero "strumenti permanenti. E il fondo di ripresa potrebbe anche essere replicato presto perché la crisi è profonda e non sappiamo dove ci porterà. Abbiamo bisogno di investire sul lavoro. E non è da escludere che avremmo ancora bisogno degli acquisti di titoli da parte della BCE anche dopo marzo del prossimo anno". Però c'è un tema da scongiurare secondo Sassoli, cioè "la tentazione, da parte di alcuni circoli rigoristi presenti anche nella Commissione europea, di procedere a un esame dei piani nazionali con criteri vecchi, basati su una interpretazione classica di riforma strutturale, con tutto ciò che questo comporta in termini di limitazione delle politiche ammissibili". Sulla regola del rapporto debito -Pil fissato al 60%, secondo Sassoli "le regole da usare dopo la pandemia sono tutte da scrivere. Per questo serve una profonda riforma del patto di stabilità e crescita. Dopo la pandemia il livello del debito nell'area euro dovrebbe superare il 100% del Pil e dunque essere molto lontano dall'obiettivo del 60% fissato dal vecchio patto di stabilità". Infine il tema dei migranti, per Sassoli bisogna intervenire sul "salvataggio in mare, nessuno deve più morire", su "una grande regia europea per i corridoi umanitari per mettere in sicurezza le persone più vulnerabili" e su una "redistribuzione equa dei migranti".
Intervista del Messaggero (pdf)»
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