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Città verdi: Milano tra le metropoli più attente

Scritto da Antonio Valenti.

MilanoArticolo di Antonio Valenti pubblicato da Cooperazione & Solidarietà.

Negli ultimi mesi del 2019 è stato pubblicato Ecosistema Urbano, il rapporto di Legambiente sulle performance ambientali delle 104 città Italiane capoluogo di provincia. Lo studio è realizzato con la collaborazione di Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore e come ogni anno raccoglie, attraverso questionari, interviste e altre fonti statistiche, le informazioni su 125 parametri ambientali per classificare le principali città italiane. Sul podio i “soliti noti”: Trento e Mantova al primo e secondo posto e Pordenone che scavalca Bolzano guadagnandosi il terzo posto. I grandi centri faticano a dare risposte alle criticità che le attanagliano.
Fa eccezione Milano, sempre più attenta negli ultimi anni alla mobilità sostenibile e intermodale, alla rigenerazione urbana e all’uso efficiente di suolo. In particolare il capoluogo lombardo ha invertito la proporzione tra crescita del consumo di suolo e variazione abitanti residenti. Inoltre è l’unica grande città ad avere una rete idrica che perde molto meno del 25% dell’acqua immessa in rete: quarta assoluta con appena il 13,7% di perdite (era 15,2% lo scorso anno. Come sottolineato dal rapporto, “la metropoli lombarda è quella che più di tutte negli ultimi anni ha tentato di spostare sempre più su l’asticella della vivibilità urbana riuscendo a rendere stabili alcuni cambiamenti. Questo andamento, oltre che dai buoni esempi di progettualità sottolineati dalle buone pratiche, lo si vede anche dai numeri”. In termini di solare termico, per esempio, il comune di Milano è quello con più metri quadrati (1.958). È seconda dopo Venezia come città per numero di trasporti pubblici (468 viaggi per abitante all’anno sui mezzi pubblici). Bene anche sul fronte delle piste ciclabili (35 chilometri quelli realizzati recentemente). Ha ridotto il numero delle auto in circolazione (solo Genova e Milano registrano un tasso inferiore a 500 auto/1000 abitanti.). Inoltre, a Milano, Napoli, Venezia, Bologna, Torino e Firenze, più di un terzo degli spostamenti (tra il 34 e il 58%) si compiono a piedi, in bici, treno, metropolitana o con mezzi elettrici privati (dal monopattino all’auto) o in condivisione, quindi a emissioni locali zero. Riconoscimenti anche sul fronte del consumo del suolo: Milano, che negli ultimi quattro anni ha guadagnato quasi il 4% in termini di residenti, è scesa di oltre 3 punti percentuali nel suolo urbanizzato per singolo residente. Il capoluogo è l’unica grande città ad avere una rete idrica che perde molto meno del 25% dell’acqua immessa in rete: quarta assoluta con appena il 13,7% di perdite (era 15,2% lo scorso anno). Ottimi risultati che confermano l’ormai consolidata vocazione sostenibile del capoluogo. Sul fronte delle iniziative, risale allo scorso mese l’approvazione da parte di Palazzo Marino del Piano aria e clima (Pac), il documento di visione strategica per l’adeguamento della città di Milano per il raggiungimento, nel periodo 2021-2050, dell’azzeramento delle emissioni di carbonio e dei gas clima alteranti. Anche il progetto Forestami, che prevede la forestazione urbana di Milano, ha messo a segno risultati importanti con 76.577 alberi piantati (e questo nonostante lo stop imposto dal Covid durante il primo lockdown). Grazie all’iniziativa, il verde urbano è triplicato rispetto a tre anni fa: sono 76.577 gli alberi piantati e 253 le nuove aree destinate alla forestazione urbana. L’obiettivo è di 3 milioni di alberi entro il 2030. La “città sostenibile” non è certo un semplice slogan di tendenza, ma un’espressione che implica un modello di sviluppo che possa essere compatibile con finalità ambientali, sociali ed economiche e che necessita di un ripensamento dello spazio urbano che parta dagli stessi cittadini. Questi tre aspetti sono legati profondamente e non sarà possibile analizzare l’impatto di una variazione su uno di questi fattori senza prendere in considerazione gli effetti che esso ha sugli altri due. Una città più verde è una città in cui gli abitanti sono invogliati a vivere gli spazi cittadini creando un virtuosismo sociale ed economico che permette di puntare ad una vera e duratura sostenibilità. L’urbe del futuro è quella in cui lo spazio pubblico è sentito come proprio dai cittadini, che possono viverlo e renderlo vivo. Ciò non è possibile fino a che ci limiteremo a considerare quello abbiamo fuori dalla porta di casa come una mera area di transito verso un altro luogo privato.
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