Stampa

Carceri, la battaglia del Pd al Senato si scontra col muro di M5S e opposizione

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Articolo di Repubblica.

Il passo avanti c’è. Ma purtroppo è sempre troppo poco per un carcere che scoppia. L’insistenza e le pressioni del PD si scontrano ancora, come in primavera, con il niet di M5S e, ovviamente, di tutta l’opposizione. Nella notte, al Senato, si chiude la maratona delle Commissioni Bilancio e Finanze sui Decreti Ristori che contengono anche le nuove regole per alleggerire il peso dei detenuti nelle 192 prigioni italiane.
Il bottino è quello che è, potranno uscire dal carcere fino al 31 gennaio (e non fino al 31 dicembre) sia i detenuti che hanno già un permesso di lavoro esterno, sia quelli che godono di un permesso premio.
Rispetto al testo originario del Decreto del Ministro Bonafede si fa un passo avanti, nel senso che non è necessario avere entrambe le misure per poter uscire, ma ne basta anche una sola delle due.
Sempre fino al 31 gennaio viene prorogata la norma - che già era contenuta nei decreti della scorsa primavera - per cui chi deve scontare ancora una pena compresa nei 18 mesi può ottenere gli arresti domiciliari. Ma oltre i sei mesi c’è l’obbligo del braccialetto elettronico.
Il Vicecapogruppo del PD al Senato Franco Mirabelli, autore degli emendamenti del Partito Democratico insieme a LEU, dice subito che «la battaglia per un carcere più umano non si ferma qui, noi andremo avanti». Ma considera comunque il risultato ottenuto «un passo avanti sulla scorta delle tante segnalazioni ricevute dagli operatori, dalle associazioni che si battono per una detenzione giusta, e dal Garante nazionale dei detenuti».
Mirabelli dice ancora che «il PD è convinto che si debba fare di più, sia sul blocco dell’esecuzione delle condanne passate in giudicato, sia sulla liberazione anticipata».
Mirabelli valuta che la sola misura che concede la libertà a chi è in permesso premio o a chi può lavorare all’esterno consente di far stare a casa 1.300 persone.
La tabella di marcia dei lavori parlamentari prevede un voto già in settimana, probabilmente mercoledì, perché i provvedimenti scadono tra il 21 e il 22 dicembre. Poi il testo andrà alla Camera dei Deputati, dove, per evitare la decadenza delle norme, sarà posto un voto di fiducia. Quindi, almeno nell’ambito di questi Decreti Ristori, la battaglia per ottenere misure più ampie di scarcerazione finisce qui.
[…]
La radicale Rita Bernardini punta, in prima battuta, a un’ampia misura di clemenza ma poiché, come è noto, amnistia e indulto sono politicamente inaccessibili, l’alternativa è quella di incassare tre misure: la cosiddetta “liberazione anticipata, cioè un bonus di 75 giorni, anziché gli attuali 45, ogni sei mesi di pena scontata nel segno del recupero e della collaborazione. Inoltre lo stop all’esecuzione delle sentenze passate in giudicato. E infine il passaggio da 18 a 24 mesi del tetto per ottenere i benefici”.
Misure su cui c’è il dichiarato impegno del dem Mirabelli: «Ci saranno altri Decreti Ristori e noi andremo avanti con le nostre richieste per un carcere più umano».

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

Pin It