Si riapre alle visite ai parenti nelle strutture protette
“Lo considero un regalo di Natale alle famiglie, vista la situazione attuale: Regione Lombardia potrà dare il via libera alle Rsa affinché aprano alle visite dei parenti degli ospiti”, è una vittoria, per Carlo Borghetti, vicepresidente dell’Aula e consigliere regionale del Pd, che ha visto approvare l’ordine del giorno da lui presentato, questo pomeriggio, nell’ambito della discussione del progetto di legge sui ristori alle strutture protette, approvato all’unanimità.
“Con il nostro ordine del giorno la Regione dovrà ‘dare indirizzo’ alle strutture protette della Lombardia (Rsa, Rsd ecc.) di riaprire alle visite dei parenti, in sicurezza, utilizzando i tamponi rapidi e implementando così le linee guida che il Ministero della Salute ha emanato solo poche ore fa”, aggiunge Borghetti.
È passata, inoltre, “la nostra proposta che prevede la costituzione, entro un mese, di un Tavolo sociosanitario regionale che coinvolga gli specialisti e i gestori dei servizi sociosanitari per monitorare le misure regionali adottate per combattere il virus”, fa sapere ancora Borghetti.
Non solo: “Grazie alla nostra sollecitazione, l’assessore regionale al Welfare Gallera ha deciso di portare la dotazione finanziaria a 250 milioni di euro in quanto, come avevamo sottolineato già in Commissione Sanità, i 100 milioni previsti non erano sufficienti”, dice il vicepresidente.
Poi, ci sono gli aspetti che non hanno superato il vaglio del Consiglio e della maggioranza: “Non è passato purtroppo il meccanismo di ristoro da noi proposto, che avrebbe remunerato tutti i maggiori costi sanitari sostenuti dalle strutture protette a causa della pandemia, stabilendo contemporaneamente il blocco delle rette per tutto il 2021 –racconta Borghetti–. In questo modo temiamo che le risorse stanziate dalla Regione con questa legge non basteranno, e così le strutture, molto probabilmente, aumenteranno le rette agli utenti, come sta già succedendo in qualche caso. Non è affatto una buona cosa, considerato il momento di crisi socioeconomica in corso”.
E soprattutto non è stata accettata nemmeno la tanto caldeggiata proposta del vicepresidente dem di effettuare “tamponi settimanali agli ospiti e agli operatori: la Regione insiste nel volerli prevedere solo ogni 15 giorni, ma non basta a evitare focolai”.
Il voto alla legge è stato, comunque, positivo “con la riserva di insistere ancora con la Giunta regionale sulle questioni importanti che non ci sono state accolte”, conclude Borghetti.
“Con il nostro ordine del giorno la Regione dovrà ‘dare indirizzo’ alle strutture protette della Lombardia (Rsa, Rsd ecc.) di riaprire alle visite dei parenti, in sicurezza, utilizzando i tamponi rapidi e implementando così le linee guida che il Ministero della Salute ha emanato solo poche ore fa”, aggiunge Borghetti.
È passata, inoltre, “la nostra proposta che prevede la costituzione, entro un mese, di un Tavolo sociosanitario regionale che coinvolga gli specialisti e i gestori dei servizi sociosanitari per monitorare le misure regionali adottate per combattere il virus”, fa sapere ancora Borghetti.
Non solo: “Grazie alla nostra sollecitazione, l’assessore regionale al Welfare Gallera ha deciso di portare la dotazione finanziaria a 250 milioni di euro in quanto, come avevamo sottolineato già in Commissione Sanità, i 100 milioni previsti non erano sufficienti”, dice il vicepresidente.
Poi, ci sono gli aspetti che non hanno superato il vaglio del Consiglio e della maggioranza: “Non è passato purtroppo il meccanismo di ristoro da noi proposto, che avrebbe remunerato tutti i maggiori costi sanitari sostenuti dalle strutture protette a causa della pandemia, stabilendo contemporaneamente il blocco delle rette per tutto il 2021 –racconta Borghetti–. In questo modo temiamo che le risorse stanziate dalla Regione con questa legge non basteranno, e così le strutture, molto probabilmente, aumenteranno le rette agli utenti, come sta già succedendo in qualche caso. Non è affatto una buona cosa, considerato il momento di crisi socioeconomica in corso”.
E soprattutto non è stata accettata nemmeno la tanto caldeggiata proposta del vicepresidente dem di effettuare “tamponi settimanali agli ospiti e agli operatori: la Regione insiste nel volerli prevedere solo ogni 15 giorni, ma non basta a evitare focolai”.
Il voto alla legge è stato, comunque, positivo “con la riserva di insistere ancora con la Giunta regionale sulle questioni importanti che non ci sono state accolte”, conclude Borghetti.
Per seguire l'attività di Carlo Borghetti: sito web - pagina facebook