Consumo di suolo: una legge regionale inaccettabile
A Inveruno, sabato 15 novembre, alla inaugurazione della storica Fiera agricola di San Martino (che risale al 1607) si è parlato del presente e del futuro dell'attività agricola. È stato detto giustamente che non c'è futuro per l'agricoltura se non si interrompe, o si regola, o si limita, la monocoltura e l'inquinamento della falda con i fertilizzanti e i liquami intensivi. È importante la riconversione agricola a colture autoctone e biologiche, che recuperano il valore biologico del terreno e creano nuove occasioni occupazionali, anche rilanciando la manodopera locale e soprattutto giovanile. Ma a me stava a cuore ricordare che comunque non c'è futuro per l'agricoltura lombarda se non si blocca il consumo di suolo e la cementificazione: in questo senso la legge regionale sul consumo di suolo ora in discussione in Regione, proposta dalla Giunta Maroni e sostenuta dal centrodestra, rappresenta un passo indietro inaccettabile.
Pensare di rimandare al futuro l'introduzione di nuovi vincoli di tutela ambientale, lasciando tempo tre anni per l'attuazione di tutte le previsioni edificatorie ad oggi già pianificate prima di rivederle, senza pensare a nessun incentivo per il riuso delle aree dismesse, è una scelta non solo miope ma purtroppo fortissimamente nociva per la Lombardia, che otterrà l'effetto di incentivare il consumo di suolo, ottenendo paradossalmente l'effetto contrario a quello desiderato. E proprio nel momento in cui il territorio non regge più alle pioggie e il dissesto idrogeologico si fa drammatico... Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per fermare questa legge in Consiglio regionale, a partire dagli oltre mille emendamenti che abbiamo depositato. Staremo a vedere.