La buona scuola
LA BUONA SCUOLA - Cambiare la scuola si può! Facciamolo insieme. Carissimi amici e amiche, La "Buona scuola" è l'importante capitolo che il governo Renzi ha aperto in questi mesi. Si tratta di una relazione corredata da un dibattito pubblico che sta coinvolgendo migliaia di operatori delle scuole e numerose famiglie italiane. Al nostro Paese serve, infatti, una buona scuola che finalmente si rinnovi incoraggiando la creatività e l’innovazione e offrendo a tutti i ragazzi gli strumenti necessari per realizzare le proprie potenzialità.
Questa è la grande sfida che dobbiamo affrontare ma non possiamo farlo da soli: ripensare la missione educativa della scuola è un lavoro che può essere realizzato solo insieme a chi la scuola la vive ogni giorno, gli inseganti, gli studenti, i dirigenti e le famiglie.
E’ proprio insieme a loro che dobbiamo costruire le basi di un nuovo sistema che sappia cogliere la grande domanda di cambiamento inserendosi a pieno titolo nel processo di riforma avviato nel nostro Paese.
L’istruzione è l’unica soluzione strutturale alla disoccupazione e la sola risposta efficace alla nuova domanda di competenze espresse dai mutamenti economici e sociali. L’ obiettivo è di tornare ad investire sul nostro sistema di istruzione e formazione diventando un’economia basata sulla conoscenza dove l’apprendimento permanente sia finalmente una realtà. Ciò che saremo in grado di fare per la scuola dei prossimi anni determinerà il nostro futuro.
Nel documento del governo si tracciano le linee di una scuola che si fondi sull’innovazione didattica, sugli scambi culturali e creativi, su una reale autonomia. Una scuola che sia l’avanguardia e non la retrovia del Paese. Una scuola che rimetta al centro gli studenti garantendo un meccanismo permanente di innovazione, sviluppo e qualità della democrazia.
In concreto occorre eliminare la precarietà strutturale di numerosi insegnanti, rinnovare i programmi, migliorare la didattica, reinserire materie che erano state cancellate. Altro capitolo fondamentale: riqualificare gli edifici e creare organici funzionali con cui ogni scuola potrà gestire, da sola o in rete, le molte attività complementari alla didattica ordinaria come il recupero e l’integrazione, il sostegno ai ragazzi in difficoltà, la programmazione del fabbisogno scolastico, la gestione delle supplenze, l’aumento del tempo scuola o l’ampliamento dell’offerta formativa. Gli insegnanti potranno finalmente lavorare in equipe. Potranno essere razionalizzati e semplificati i processi amministrativi.
Le scuole verranno aperte al territorio, attraverso la sinergia con associazioni e imprese, utilizzando le risorse del servizio civile. Si realizzeranno strumenti che diano risposte alle nuove esigenze della nostra società attraverso la proposta sul bilancio partecipativo e sugli open data, la “scuola in chiaro 2.0”, le palestre dell’innovazione. Si cercherà di migliorare le competenze dei docenti e dei dirigenti immaginando un sistema di gestione che possa consentire un governo sistemico delle attività formative e di sviluppo. Verrà potenziata l’alternanza scuola- lavoro sul modello ben collaudato del sistema tedesco.
Questa è la Buona scuola: può convincere o lasciare perplessi, ma si tratta di una discussione pubblica e aperta. Per questo motivo vi invito a partecipare alla consultazione attraverso il sito dedicato al rapporto. In questo modo potrete contribuire a disegnare la scuola del futuro attraverso gli strumenti di partecipazione messi a disposizione dal Miur.
In questi mesi i parlamentari del Partito Democratico hanno fatto la loro parte partecipando a centinaia di incontri sul territorio per discutere la proposta del Governo insieme ai cittadini. E la risposta è stata sorprendente: c’è una grande voglia di partecipazione e i dati del Miur sui primi numeri della campagna di ascolto dimostrano questo desiderio di essere parte attiva del cambiamento, di condividere le scelte sul futuro dell’istruzione. Una riforma che cambi gli scenari dei prossimi anni deve essere assolutamente condivisa: solo così potrà avere successo e indicare una concreta strada di cambiamento e innovazione.