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Sulla manifestazione della Cgil

Scritto da Lorenzo Gaiani.

Lorenzo GaianiLa grande manifestazione della CGIL può essere un momento importante di svolta per il rapporto fra sindacato e politica. Certo, un milione di persone in piazza, anche se in base ad una piattaforma e a parole d'ordine errate e lacunose, sono un fatto politico in sé. Ma il dato importante è che, finalmente, si prenda atto da una parte e dall'altra che il rapporto fra soggettività sindacale e soggettività politico - istituzionale è un rapporto fra distinti, cosa che si è affermata in tutta Europa a partire dalla Gran Bretagna dove addirittura era stato il sindacato a fondare il partito laburista.
La CGIL , che non è "il" sindacato ma "un" sindacato (cosa che quando verrà ben interiorizzata da alcuni amici e compagni dentro al PD non sarà mai abbastanza presto), con la manifestazione di ieri ha voluto affermare la sua autonomia e il suo dissenso rispetto al Partito Democratico e a chi legittimamente lo guida. Tale autonomia dovrà ora essere conseguente, per evitare di vedere spettacoli come quello cui assistemmo all'ultimo Congresso della Federazione milanese del PD , quando la larga parte del vertice dirigenziale della Camera del lavoro di Milano si schierò con una corrente e con la sua candidata alla Segreteria (oltretutto perdendo nettamente).

Allo stesso tempo, coloro che all'interno del PD non condividono la strategia del Segretario/Presidente del Consiglio dovranno superare la tentazione di presentarsi surretiziamente come i portatori delle istanze della CGIL a livello politico, accreditandosi così una forza che nel Partito e nel Paese - e lo sanno bene- non hanno.
Perché alla fine è la politica che decide.

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