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La Buona Politica

Scritto da Giovanna Corchia .

La buona politicaHo partecipato attivamente alla vita di partito a partire dagli incontri nel 2008 che preparavano la nascita del nuovo partito, il PD, nato dalla fusione – anche se mai pienamente raggiunta – dei DS con la Margherita.
Ho dato un contributo attivo ai seggi per le varie primarie, sia per le Amministrative che per le Politiche. Ho partecipato con entusiasmo e pieno coinvolgimento alle campagne elettorali incontrando tante persone e distribuendo materiale vario, ma soprattutto usando la parola e argomentando là dove era possibile. Ho raccolto firme per i referendum sull’acqua pubblica, contro il nucleare e altri di rilievo.
Ho anche avanzato proposte che potessero qualificare il nostro partito come quello del fare, dell’agire nell’interesse di tutti.
Credo che nel partito a tutti i livelli ci siano molte presenze attive e desiderose di dare un contributo al Bene Comune ma anche molte altre che spesso dimenticano cosa hanno detto, promesso in campagna elettorale, che spesso sono autoreferenziali.

Sono consapevole della realtà del Paese e delle grosse difficoltà di trovare soluzioni efficaci in un periodo di lunga crisi economica ma penso anche che sia possibile fare molto se si stimolano, incoraggiano gli apporti di tanti cittadini che possono, vogliono contribuire a migliorare la realtà della città dove abitano, ma anche del paese, se solo li si considera non semplici elettori, chiamati ad esprimere un voto, ma persone, giovani e non, pronte a rimboccarsi le maniche.
Essere attori e non spettatori, appena semplici presenze al momento delle scelte: dovrebbe essere questo l’obiettivo del partito democratico e di tutte quelle forze che vogliono contribuire al cambiamento.
Le assemblee di partito sono utili se servono non solo a informare su come procede l’attività di governo della città o del paese ma soprattutto se si raccolgono idee, proposte e nomi su cui contare perché si dia spazio al cambiamento.
Non dobbiamo essere il paese delle emergenze ma della buona amministrazione: i giovani e non solo sono pronti a dare un contributo non solo a spalare fango ma anche ad evitare che questo succeda.
Tra i temi prioritari penso vi siano l’ambiente, la scuola, l’integrazione.
L’ambiente come primo punto da valutare credo non abbia bisogno di sottolineature particolari perché è sotto gli occhi di tutti l’urgenza.
La Scuola, questo sì è un campo in cui bisogna investire se si ha a cuore la formazione di giovani capaci, perché la scuola a tutti i livelli li ha arricchiti di ampie conoscenze, ha stimolato in loro il bisogno di aumentarle per raggiungere le competenze di cui il Paese ha bisogno.
Per questo sono contro la settimana corta: non è questa la risposta al bisogno di cultura, di conoscenze per ridurre gli abbandoni scolastici, per raggiungere livelli migliori in ogni campo, per poter competere degnamente con gli altri Paesi.
Pur nella consapevolezza dei grossi problemi economici dell’Italia e del bisogno di ridurre le spese per contribuire alla crescita, creare nuovi posti di lavoro combattendo la piaga della disoccupazione giovanile, non si può risparmiare sulla scuola, proponendo agli esami di maturità – preferisco conservare questa denominazione – una commissione di docenti della classe con solo un presidente esterno. Da insegnante in scuole superiori dal 1966 al 2005 ho anche sperimentato questa forma di esami che rifiuto perché è bene che gli alunni si confrontino con docenti diversi dai propri, dimostrino di saper trovare il modo di far valere, se ne hanno, conoscenze e competenze.
Solo chi crede nella Scuola può cambiarla: noi ci crediamo?
L’integrazione contro le spinte xenofobe che attecchiscono facilmente se non si dimostra l’infondatezza delle paure, alimentate dalla Lega, dovrebbe essere oggetto di riflessione, d’incontri a tutti i livelli.
Infine è molto importante che si organizzino incontri pubblici per comunicare quanto è stato fatto, quanto si può fare, quanto non è possibile fare con un linguaggio diretto, onesto che è alla base di una Buona Politica.

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