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Fase 2: ripartenza tra opportunità e rischi

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli all'incontro “Fase 2: ripartenza tra opportunità e rischi” organizzato dal Circolo PD Biagi di Baggio (video).

È iniziata la Fase 2.
È una fase nuova. Il Governo ha lavorato per dare un segnale preciso: si comincia a riaprire ma lo si fa con prudenza perché il virus non è sconfitto ma dovremo conviverci ancora per un lungo periodo perché non ci sono né vaccino né cure adeguate.
Riaprire è fondamentale per il Paese ma bisogna farlo dando il messaggio che non si potrà ricominciare a fare come prima.
Non sono maturi i tempi per tornare alla normalità: bisogna aprire gradualmente e verificando quotidianamente i dati sanitari per capire se in alcune zone ci sarà bisogno di nuovi interventi di chiusura per impedire che ci sia una ripresa dei contagi in tutto il territorio nazionale.
Sostanzialmente mi pare che l’ultimo DPCM, con i chiarimenti fatti anche dalla FAQ del Governo, riapra tutta l’attività produttiva (con le norme volte a garantire la sicurezza stabilite dai protocolli siglati dai sindacati) mentre resta chiusa la parte del commercio che ha maggior impatto aggregativo come i bar e i ristoranti, che necessitano di interventi per mantenere il distanziamento fisico. Per questi esercizi commerciali, comunque, si sta dando la possibilità del take away.
Il DPCM scade a metà maggio e dopo si comincerà a riaprire tutto ma con velocità diverse, verificando anche la situazione da zona a zona.
La scelta di tenere comunque le scuole chiuse è dovuta al fatto che sono un veicolo di possibile trasmissione del virus e non sono organizzate per mantenere il distanziamento.
La riapertura delle aziende, però, comporta il fatto che ci sarà molta gente in movimento e questo implica la necessità di organizzare il trasporto pubblico in modo da garantire le distanze. Milano, da questo punto di vista, si è già attivata per tempo ma questo vuol dire anche che probabilmente dovremo ripensare gli orari del lavoro e della quotidianità: non tutti gli uffici potranno iniziare le attività alla stessa ora perché non ci dovranno essere le ore di punta, inoltre dovremo continuare ad incentivare lo smart working.
Sui rapporti sociali, in questa fase, c’è una prima apertura: sostanzialmente è consentito di incontrare i familiari e gli affetti stabili.
C’è una maggiore possibilità di movimento con le passeggiate o le corse nei parchi.
Non è neanche più proibito spostarsi tra Comuni all’interno della stessa Regione ma resta vietato andare in altre Regioni per evitare che si creino nuove fughe come quella verso il Sud avvenuta nella notte in cui si stava approvando il primo DPCM.

Ci sono poi le questioni economiche e, recentemente, abbiamo votato per un’ulteriore manovra da 55 miliardi, che si vanno ad aggiungere ai 25 miliardi stanziati dal Decreto Cura Italia.
L’intento del nuovo investimento economico è quello di proseguire nello sforzo per cui nessuno deve essere lasciato da solo e, quindi, garantire dei ristori economici di 800 euro a una serie di categorie che non hanno ammortizzatori sociali e poi sostenere settori economici che sono stati messi profondamente in difficoltà da questa crisi e che avranno bisogno di tempo per riprendersi, come il turismo (che rappresenta il 13% del PIL) o la cultura.
Nei prossimi giorni dovremo anche mettere mano al Decreto Liquidità che deve garantire alle aziende la possibilità di accedere a crediti e a finanziamenti.
È evidente che quello strumento per le piccole e medie imprese non sta funzionando come vorremmo: i tempi di accesso al credito sono troppo lunghi nonostante la garanzia statale e ci vogliono molti documenti da compilare.
Va meglio, invece, la situazione sul finanziamento a sostegno delle imprese che esportano all’estero.
Dobbiamo, quindi, far ripartire l’economia e non lasciare nessuno da solo.
Le cifre che sono state previste dal DEF si inscrivono in un quadro di crisi economica e difficoltà anche sul fronte dell’occupazione, con l’indebitamento pubblico che sarà accentuato e la necessità di mostrarsi in Europa coesi in uno sforzo comune per far uscire il Paese da questa situazione.

È chiaro che tutto questo rende incomprensibili e ridicole le distinzioni per volontà di protagonismo o la ricerca di un po’ di propaganda di parte, che è stato purtroppo il segno negativo della politica italiana per lungo tempo ma che oggi i cittadini non capirebbero.
Dentro a questo quadro penso che il rapporto con M5S stia dando una buona prova anche se delle differenze forti tra noi e M5S ci sono ma si sta facendo uno sforzo comune affinché le differenze non impediscano di dare una risposta al Paese e affinché si cerchi una sintesi.
Nel Decreto Cura Italia sono stati stanziati 25 miliardi, cioè l’equivalente dei soldi della precedente Legge di Bilancio e lo abbiamo fatto in pochissimo tempo, quindi, ci è voluta anche una coesione.
Nel prossimo decreto verranno anche finalmente annullate definitivamente le clausole di salvaguardia e non ci sarà più il rischio dell’aumento dell’IVA.
Si è fatto anche un decreto sulla giustizia con alcune norme inerenti la questione dei detenuti in regime di 41bis, i processi da remoto, il rinvio delle scadenze processuali e l’app che servirebbe per monitorare il contagio e lo si è fatto in un clima di grande unità e condivisione.
Adesso è giusto richiamare tutti alla responsabilità; noi la stiamo dimostrando e anche M5S.

L’incidente che mi è successo in Senato con la Lega è l’ennesima dimostrazione di un partito che, dopo il Papeete e dopo che Salvini è finito all’opposizione, non ha più una strategia e non ha più argomenti, soprattutto non ha più l’argomento con cui ha costruito un grande consenso. Oggi che non può più lucrare sull’immigrazione ma il Paese si trova di fronte ad una crisi a cui bisogna dare risposte concrete, la Lega pesiste a fare come prima (cioè propaganda, agitazione, utilizzo dei social per alimentare polemiche) ma non riesce a contribuire perché ha scelto una strada dell’opposizione totalmente pregiudiziale che la porta a fare cose che sono in evidente distonia con il Paese.
Occupare un’Aula parlamentare per due notti è una cosa che non riesce a capire nessun cittadino preoccupato per il proprio futuro economico e per la pandemia.
È evidente che questo crea nervosismo tra le fila della Lega e le persone che sono state cresciute negli ultimi anni con la cultura dell’odio nei confronti dell’avversario poi provoca incidenti come quello che mi è successo al Senato.
Quell’episodio è il segno del fatto che anche la Lega deve riflettere su ciò che ha seminato.
Quello che sta entrando in crisi, quindi, non è l’alleanza di Governo ma il centrodestra e diventa evidente, ad esempio, quando si parla di Europa perché su quel tema il centrodestra mostra di avere dentro di sé soluzioni diametralmente opposte per la crisi e per il futuro.

Video della relazione di apertura»  

È chiaro che in questa fase sono consentiti gli incontri con i familiari ma questo non esaurisce il tema di come riusciamo a sostenere le famiglie in questo periodo in cui ci sono le scuole chiuse e le imprese aperte.
C’è il welfare familiare ma dovremo anche trovare delle altre soluzioni.
Nel prossimo decreto ci saranno sostegni sia per il congedo parentale che per il bonus baby-sitter.
Credo, però, che dovremmo trovare anche il modo, insieme ai Comuni, di garantire la riapertura di qualche servizio per l’infanzia e ragionare su come possono diventare i centri estivi in modo da garantire le distanze fisiche.

Rispetto alla questione dei finanziamenti alle aziende, c’è sicuramente una responsabilità delle banche.
Noi abbiamo cercato di seguire le cose passo dopo passo.
Nella prima fase si è verificato che le banche concedevano i crediti ma per sanare debiti o mutui pregressi e, quindi, c’è stata la necessità di chiarire che lo Stato garantiva i 25.000 euro per dare liquidità alle aziende in modo che potessero fare investimenti sul futuro e riprendersi.
Sul Decreto Liquidità, però, dovremo lavorare in Parlamento e presentare emendamenti che consentano di accelerare l’arrivo dei soldi alle imprese e obblighino le banche a concederli.
Abbiamo fatto tanti provvedimenti in questo periodo e stanziato moltissime risorse ma tutto questo deve arrivare a destinazione e deve diventare concreto per i cittadini.
Sui ritardi della cassa integrazione in deroga, c’è sicuramente una responsabilità delle Regioni. Regione Lombardia, ad esempio, ha trasmesso pochissime domande all’INPS. Tuttavia resta il problema che, comunque, anche quando le domande vengono ricevute, l’INPS ha bisogno di molti giorni per istruire le pratiche e per questo il Governo ha fatto un accordo con ABI affinché le banche anticipino la cassa integrazione in deroga fino a 1400 euro a fronte della presentazione di un’autocertificazione da parte del lavoratore e del datore di lavoro.
Questo meccanismo sta cominciando a funzionare in alcune banche mentre per altre vengono richiesti ulteriori documenti e, invece, bisogna che le banche rispettino l’accordo siglato con il Governo.

Rispetto alle questioni della giustizia, si sono fatte norme inerenti i processi da remoto, cioè la possibilità di fare alcuni processi in via telematica; ci sono poi le norme che definiscono - dal punto di vista della privacy e della gestione dei dati - il funzionamento dell’App che serve a verificare gli spostamenti delle persone per monitorare i contagi.
Ci sono anche delle norme relative ai troppi casi di scarcerazioni legate alla concessione degli arresti domiciliari ai detenuti accusati di mafia in regime di 41 bis o comunque di alta sicurezza.
Questi provvedimenti, non legati ad alcuna norma governativa, hanno suscitato un’elevata preoccupazione.
Nel Decreto Cura Italia, infatti, era prevista la concessione degli arresti domiciliari (con il controllo del braccialetto elettronico) per i detenuti che devono ancora scontare una pena fino a 18 mesi ma sempre chiarendo che questo non era possibile per i condannati per mafia.
Sicuramente c’è stata una mancanza del DAP per questi episodi: si sarebbero dovute individuare altre strutture per garantire la salute di questi detenuti, che certamente non dovevano essere mandati a casa, dato che serve garantire il distacco da eventuali collegamenti criminali.
Su questa questione abbiamo avviato una discussione anche in Commissione Antimafia ma nel decreto in arrivo abbiamo inserito l’obbligo per i magistrati di sorveglianza di chiedere un parere alla Direzione Nazionale Antimafia nel momento in cui si verifica un’istanza da parte di un detenuto in regime di 41 bis o in alta sorveglianza perché vengono impediti permessi e benefici se si verifica che il detenuto ha mantenuto i propri collegamenti criminali.

Rispetto alla situazione occupazionale, stiamo ragionando sul reddito di emergenza perché avremo un problema serio e abbiamo bisogno di non lasciare sole le persone che non lavorano più e che hanno necessità di un sostegno. Per quanto riguarda la questione della regolarizzazione degli immigrati, sono già stati prorogati i permessi a tutti coloro che erano in attesa di avere un responso (richiedenti silo, richiedenti di protezione, persone ospitate negli SPRAR). Nel prossimo decreto, l’orientamento è quello di dare il permesso di lavoro ai lavoratori agricoli, togliendoli dal nero e dalla criminalità organizzata, ma anche alle badanti e alle baby-sitter. Ci sono, infatti, persone che lavorano in nero e vanno regolarizzate.

Rispetto alla polemiche con le Regioni, in questo momento non è possibile che vengano decise ordinanze meno restrittive di quella statale e per questo è stato aperto un contenzioso con la Calabria.
L’aver scelto di fare norme valide su tutto il territorio nazionale è stato importante perché ha contribuito a limitare la diffusione della pandemia. Con la nuova fase c’è il problema di controllare la situazione e, quindi, anche gli spostamenti. È stata data la possibilità alle persone fuori sede di rientrare nel proprio luogo di residenza ma bisognerà fare attenzione al fatto che questo non alimenti la ripresa della pandemia. È bene, quindi, mantenere un quadro di restrizioni valido per tutto il territorio nazionale.

Video dell’intervento con alcune risposte»  

Per colf e badanti credo che si cominci a fare un ragionamento sull’emersione più che sul reddito di emergenza.
Non credo che per questi settori ci sarà il reddito di emergenza.
Prima che arrivi il reddito di emergenza, in questa fase, ci sarà comunque un altro “ristoro” come quello di 600 euro per tutti quelli che si sono dovuti fermare.
Ci sono poi dei settori come il turismo, la cultura e lo spettacolo per cui invece la ripartenza sarà molto più complicata e per cui bisognerà pensare a provvedimenti più duraturi e, probabilmente, peserà di più il reddito di emergenza.
Comunque, non è tutto già deciso. Si sta discutendo, ad esempio, se sia meglio dare un contributo alle famiglie per fare le vacanze in Italia oppure dare quei soldi per sostenere direttamente le aziende.
Si sta facendo una manovra economica che vale circa due volte la Legge di Bilancio a cui si aggiungeranno poi altri interventi di Cassa Depositi e Prestiti e dell’Europa. Non è tutto definito: si sta ragionando su una manovra di grandissima complessità.

Video dell’intervento riguardante le colf e il settore del turismo»  

Penso che in Lombardia i dati sull’epidemia siano stati comunicati in modo un po’ impreciso e incomprensibile e non abbiamo avuto la percezione che ci fosse omogeneità soprattutto sul dato dei contagiati perché è diversa la quantità di tamponi che è stata messa a disposizione e i luoghi in cui i tamponi sono stati fatti.
Penso che nella Fase 2 conteranno molto i dati degli accessi al Pronto Soccorso e dei ricoveri in terapia intensiva e su questi si sta organizzando una sorta di monitoraggio a livello nazionale in maniera costante.
Vedremo poi come funzionerà l’app governativa.
Rispetto alle attività, i musei riapriranno presto mentre i servizi turistici riapriranno - così come bar e ristoranti - quando si saranno trovate le soluzioni per mantenere il distanziamento sociale. Adesso si stanno studiando dei protocolli in grado di mettere in campo tutte le strategie per impedire che queste riaperture provochino una ripresa dell’epidemia.
Lo stesso problema c’è per i cinema e i teatri anche se è evidente che per quanto riguarda lo spettacolo dal vivo sarà più complicato perché per poter essere sostenibile economicamente ha bisogno di un pubblico numeroso.
Anche per le spiagge ci dovranno essere dei protocolli.
Penso che andremo in vacanza ma con una serie di regole e accorgimenti e questo potrà aiutare il turismo, anche se quest’anno il turismo italiano è già stato penalizzato dal fatto che gli arrivi dall’estero saranno molto ridotti, così come sarà ridotta la nostra possibilità di andare all’estero.
Credo che nelle prossime settimane dovremo fare scelte strategiche per il futuro dell’economia e per il rilancio. Nel DEF sono scritte chiare le questioni che mettiamo al centro, che poi non sono molto diverse da quelle che avevamo messo nella finanziaria, cioè un grande investimento sulla green economy, lotta al dissesto idrogeologico, rigenerazione urbana e tutto ciò che consente di rendere lo sviluppo sostenibile socialmente ma anche dal punto di vista ambientale, quindi l’economia circolare.
C’è ancora il tema del turismo, che è una grande risorsa per il nostro Paese.
Ci sono i temi delle infrastrutture e della casa. Abbiamo già discusso di come avviare il Piano Casa che avevamo previsto con la finanziaria.
Pr quanto riguarda le infrastrutture, c’è la necessità di metterle in sicurezza perché siamo di fronte a episodi troppo frequenti di cedimento. Inoltre, bisogna infrastrutturare meglio il Paese dal punto di vista trasportistico: ci sono interi pezzi del Paese che sono esclusi da un trasporto ferroviario degno, quindi, occorrono investimenti e su questo settore stiamo concentrando molte risorse, e può esser utile anche per dare lavoro e produrre crescita.
C’era il tema della riforma fiscale e bisognerà affrontarlo anche perché occorre garantire una maggiore giustizia sociale e, quindi, anche più giustizia fiscale ma non riusciremo a fare tutto in emergenza.
Nei prossimi mesi credo che dovremo fare delle scelte che facciano apparire il fisco non come il nemico dei cittadini in una situazione così difficile come quella in cui ci troviamo. Penso, quindi, che abbiamo fatto bene a rinviare le scadenze fiscali, a consentire il rinvio dei mutui.
Ma la destra ha in mente scelte come la flat tax che devasterebbe il Paese.
È evidente, infatti, che stanno emergendo due idee diverse per uscire dalla crisi.
Una è l’idea che vede in Salvini il suo campione, secondo cui si esce dalla crisi deregolamentando, facendo la sanatoria fiscale, facendo condoni, abolendo il Codice degli Appalti, abolendo il Codice Antimafia, facendo cadere vincoli e tutele ambientali, nella convinzione che uno sviluppo fondato sulla deregolamentazione possa arricchire il Paese mentre io penso che arricchirebbe sicuramente le mafie. Questa è una ricetta che abbiamo già sperimentato e in Italia rischierebbe di pregiudicare anche quella risorsa straordinaria di bellezza che ha il nostro Paese.
L’altra strada è quella di fissare regole che garantiscano legalità, giustizia sociale, che ognuno faccia la propria parte a seconda delle sue possibilità ma anche regole che, però, consentano di velocizzare le opere senza abbassare le tutele di legalità.
Su questo, Salvini ogni giorno spiega che la ricetta da seguire è quella di togliere tutte le regole, non per metterne altre più efficienti ma solo per togliere.

Video dell’intervento conclusivo»  

Sui mercati all’aperto ci sono state delle ordinanze di Regione Lombardia ma ovviamente anche per questo occorrerà prevedere dei protocolli con indicate le regole per il distanziamento. Noi dovremo cambiare molte cose: non si può più pensare al mercato com’era prima.
L’idea a cui sta lavorando la Giunta di Milano per aumentare gli spazi per i tavolini all’aperto di bar e ristoranti per dare la possibilità di mantenere le distanze o di pedonalizzare alcune strade va nella direzione per cui dobbiamo pensare che la città deve essere ripensata sicuramente con tempi diversi. Non sarà più possibile che tutte le attività aprano nello stesso orario, i negozi dovranno avere tempi più allungati nell’arco della giornata.
Chi ha la mia storia si ricorderà che per tanto tempo si è discusso di come cambiare i tempi della città, adesso bisogna farlo davvero.

Video dell’intervento riguardante la riapertura dei mercati e dei tempi della città»  

In molti continuano ad alimentare l’idea di un cambio di Governo. Io penso che siamo in una situazione in cui chiunque provasse a mettere in conto di far cadere il Governo sarebbe preso per matto e irresponsabile, quindi, non credo che questo possa accadere.
Inoltre, tutti hanno chiarito anche in questi giorni che per noi c’è solo questo Governo. Bisogna tenere conto che, in questa Legislatura, un Governo senza M5S non è possibile.
Vedo piuttosto che c’è ancora molta gente che non ha capito in che fase ci troviamo e pensa che si possa continuare ad alimentare polemiche e fare distinguo pensando di conquistarsi qualche voto in più, continuando a stare dentro ad una campagna elettorale permanente che in Italia c’è ormai da anni. Io penso che i cittadini, ormai, non seguano più questa logica e non la capiscano più.
Sulla tenuta del Governo, quindi, scommetterei abbastanza ad oggi: non ci sono neanche questioni dirimenti per cui si possa precipitare in una crisi.
Alcuni osservatori hanno l’idea che, siccome Conte è un “Forrest Gump” del mondo della politica e di una certa informazione però ha molto consenso e questo diventa una colpa, bisogna farlo cadere. Personalmente trovo sbagliata questa idea. Conte rappresenta una maggioranza, è riconosciuto dal Paese come la persona che si è assunta insieme al Governo la responsabilità di dare risposte in una fase difficilissima.
Non è detto che tra un mese sarà ancora così ma oggi sì e su questo gran parte della stampa italiana sta perdendo credibilità.

Video dell’intervento riguardante la tenuta del Governo» 

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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