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Una risposta comune per uscire dalla recessione

Scritto da Patrizia Toia.

Patrizia ToiaRiflessione di Patrizia Toia.

Inutile nascondersi dietro un dito. I dati delle previsioni economiche europee parlano chiaro: siamo di fronte ad una recessione in tutta l’Unione europea anzi la più DURA RECESSIONE del dopoguerra.
E l’Italia è lì, tra i paesi più colpiti, anche se per poco non è maglia nera d’Europa.
Cade il PIL (- 7.4% in Europa, ma in Italia - 9,5% e 27 stati su 27 hanno il segno meno nella crescita).
Aumenta il debito in tutti i paesi (102,6% nell’area UE, ma addirittura 158,9% in Italia).
Calano gli investimenti, cresce la disoccupazione e c’è una grande incertezza per il futuro.
E tutto ciò NONOSTATE LE PRONTE E CORAGGIOSE MISURE ADOTTATE A LIVELLO NAZIONALE (sia in Italia che altrove) e nonostante le PRIME IMPONENTI RISPOSTE EUROPEE, lo “scudo della BCE”.
Si intravede però un possibile rimbalzo nel 2021 con l’Italia in prima fila (+6,3% in Europa e + 6,5% per l’Italia).
Questi dati “orribili” ci indicano con grande nettezza che la strada è una sola: UNA FORTISSIMA RISPOSTA COMUNE EUROPE e UN FORTISSIMO INTERVENTO, di risorse e di investimenti anche dell’Unione europea in prima persona, con politiche espansive più coraggiose che per il passato.
La crisi è simmetrica e ha colpito tutti, ma gli effetti sono asimmetrici e diversi, la ripresa non è contestuale in tutti i paesi e non è omogenea, si interrompono le catene del valore, oggi molto integrate.
Questa asimmetria di conseguenze e di azioni è un grande problema e un grande pericolo.
Il rischio infatti è di allargare le differenze economiche e sociali, bloccando la convergenza economica e quindi riducendo la forza del mercato unico europeo e il valore economico del nostro continente.
La strada di un’unica risposta europea è ancora più obbligata e chiara: ma dev’essere forte, ampia e rapida, solo così il rimbalzo che la Commissione prevede nel 2021 sarà possibile.

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