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Riforme e flessibilità per ricominciare a crescere

Scritto da Ettore Rosato.

Ettore RosatoLe celebrazioni tenutesi ieri per commemorare l’attentato dell’11 Settembre ci hanno riportato la memoria al dolore per quella tragedia che ha fatto conoscere all’America e al Mondo intero la violenza e la potenza del terrorismo internazionale. E’ un tema che si ripropone in tutta la sua attualità anche oggi con i terroristi dell'Isis e le loro violenze che minacciano la stabilità del Medio Oriente e del Mediterraneo.
Questa, per una Europa che vuole svolgere il ruolo che le verrebbe naturale dalla propria collocazione geografica, è una delle molte sfide che attendono la nuova Commissione europea. La squadra annunciata mercoledì raccoglie molte delle istanze dell’Italia e dei partiti riformisti europei. Inizia così, un nuovo corso che noi vogliamo porti all'abbandono delle politiche di austerità e l’accoglimento di un principio molto semplice: riforme in cambio di flessibilità. La creazione, poi, di un Commissario dedicato all’immigrazione è la garanzia di una maggiore attenzione da parte dell’Unione europea per i drammi del Mediterraneo che fino ad ora si sono scaricati in gran parte sulle nostre spalle, a volte gracili, per diventare finalmente un tema che chiede la solidarietà, le risorse, la forza di tutta l'Europa per essere affrontato in modo efficace.
Sul fronte economico la crescita rimane debole in tutto il Continente, ma non è questo il momento per arrendersi di fronte alla paura. Ai dati macroeconomici che naturalmente non sono il frutto delle politiche degli ultimi sei mesi ma di un'Italia che per troppo tempo è restata seduta, bisogna rispondere con le riforme, quelle istituzionali e quelle economiche, per ammodernare il Paese, favorire gli investimenti, tagliare la burocrazia e diminuire la pressione fiscale.
Tutto questo va fatto tenendo a mente che non possiamo e non vogliamo lasciare alle future generazioni un debito ancora più ingombrante di quello con cui abbiamo dovuto fare i conti noi. Ridurre la spesa senza intaccare la qualità dei servizi è possibile, necessario, tagliando gli sprechi che ancora ci sono, a partire dalle tante, troppe, società pubbliche e dalle duplicazioni nella Pubblica Amministrazione. Non sarà un autunno caldo, ma un autunno di grande lavoro.

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