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Chi disprezza la nostra storia perde

Scritto da Stefano Bonaccini.

Stefano Bonaccini
Intervista di Repubblica.

"I nostri avversari hanno cantato vittoria troppo presto. L'Emilia Romagna li stupirà. Ci stupirà". Ci crede Stefano Bonaccini, mentre sale sul palco del PalaGalassi di Forlì per l'ultima arringa a 5mila sostenitori: "Dobbiamo essere all'altezza della nostra storia. Non possiamo lasciare che distruggano quello che siamo per puro disprezzo". Unico politico sul palco della sua manifestazione di chiusura. Senza 'balie' nazionali, diversamente dalla sfidante Lucia Borgonzoni che a Ravenna si circonda di tutti i leader di centrodestra, Bonaccini percorre l'ultimo miglio da solo, ma abbandona per la prima volta la sua campagna solo amministrativa, per aggrapparsi ai valori antifascisti che hanno reso più profondo il rosso della regione.
Presidente, l'ultima tappa del suo tour elettorale è stata il sacrario dei caduti di Marzabotto. Perché?
"Perché dopo tante parole, ho voluto passare un minuto in silenzio davanti alle centinaia di vittime delle stragi nazifasciste. La Lega dice di voler liberare queste terre, ma noi liberi lo siamo già, al prezzo di quel sangue versato. Il futuro non può prescindere da quelle radici. Né oggi, né domani".
Intanto però la campagna elettorale sta finendo a colpi di esposti e provocazioni. Il vicesindaco del Comune di Ferrara, Nicola Lodi, ha postato un video in cui minaccia la sinistra: "Vi faremo un culo così". Sta vincendo la tattica di Salvini dello scontro totale?
"Proprio per niente. Aggressioni, esposti, e colpi bassi stanno arrivando solo da loro. La destra ha bisogno di rovesciare il tavolo, per parlare d'altro. Per distogliere l'attenzione da una regione amministrata bene. Ho visto il video del vicesindaco di Ferrara, e l'Emilia-Romagna non può finire in queste mani".
Eppure Salvini continua ad alzare i toni. Oggi c'è stato un presidio al Pilastro contro la "citofonata" del leader leghista a uno studente.
"Sì, un episodio squallido e pericoloso: rischia di passare il concetto che chiunque possa violare impunemente la tranquillità di una famiglia, devastargli gratuitamente la vita. Salvini è stato ministro degli Interni fino a pochi mesi fa e non ha prodotto risultati, non pensi di prendere in giro gli emiliano romagnoli. A me è sembrato più che altro il gesto disperato di chi ha paura di perdere i riflettori".
Le Sardine hanno portato 40mila persone in piazza a Bologna. La possono aiutare a vincere? Se vince prenderà qualcuno di loro in giunta?
"Le Sardine aiutano a dar voce a tanti che vogliono mobilitarsi. Aiutano a opporsi alla narrazione mediatica di Salvini con un po' di realtà. Mi pare che molti osservatori si fidino troppo delle dirette Facebook in primo piano del "Capitano". Bastava allargare l'inquadratura per vedere che molte piazze di Salvini, a Modena e Fidenza per esempio, erano vuote. Non credo che le Sardine cerchino assessorati, sarebbe ridicolo e offensivo pensarlo. Chiedono serietà e competenza".
Ha sentito Mattia Santori?
"No, non gli ho parlato, ma ho raccolto l'appello delle Sardine col mio stile: non cedendo alle provocazioni della destra. Vedrete che l'educazione tornerà di moda. E si comincia praticandola".
Lei conta molto sul voto disgiunto di grillini, moderati e sinistra per vincere. Pensa davvero funzionerà?
"Penso che non sia un voto "inutile" quello dato a un'altra lista, ma è certamente un voto perso quello per un candidato presidente diverso da noi me o Borgonzoni. Per questo mi rivolgo esplicitamente agli elettori 5 Stelle e alla sinistra fuori dalla nostra alleanza: non rinunciate al vostro simbolo, ma non consegnate questa regione alla destra sovranista. L'Emilia-Romagna non lo merita, e impedire che accada è responsabilità di ciascuno di noi".
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