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No-profit: approccio imprenditoriale

Scritto da Stefano Pasta.

Stefano PastaArticolo pubblicato da La Repubblica.
A fronte dell'attuale crisi economica e del calo dei finanziamenti, il fundraising è sempre più determinante per il Non Profit. Non solo per le oltre 300mila organizzazioni italiane del settore (Onp), ma anche per musei, scuole pubbliche e private, amministrazioni locali ed enti socio-sanitari. Lo scorso Natale, ad esempio, più di un italiano su tre (il 43% al Nord, il 39% al Centro e il 29% al Sud) ha effettuato una donazione.
La figura del fundraiser. Il fundraiser risulta essere sempre più rilevante e richiesto ed è necessario che abbia delle competenze specifiche, come sottolinea Paolo Venturi, direttore dell'Aiccon (Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit).
Spiega: "In questa fase storica, il compito del fundraiser è quello di creare un'innovazione di rottura rispetto alla tradizionale visione della sua professione: è necessario alimentare un approccio più imprenditoriale, ossia capace di assumersi quote crescenti di rischio rispetto agli obiettivi delle Onp, e una conoscenza specifica dei nuovi strumenti di comunicazione online". Per questo, la Fund Raising School, attivata 15 anni fa dall'Aiccon presso l'Università di Bologna, ha organizzato per il 5-6 giugno il corso "Social Media per il Non Profit".
Come comunica il Non profit in Italia? Secondo l'Istat, le onp che utilizzano almeno uno strumento di comunicazione sono 205.792, pari al 68,3% del totale. In media, usano due strumenti di comunicazione, mentre il 72,8% impiega almeno uno strumento interattivo come blog, forum, chat, social network e Internet. Gli strumenti più utilizzati? Al primo posto c'è Internet, in particolare il sito web (60,9%), che non è del tutto sostitutivo dei mezzi tradizionali. Seguono infatti comunicati e brochure informative per il 54,2%, mentre il 30,6% utilizza i social network per veicolare e condividere idee e creare community sul web, il 29,8% per fare pubblicità e il 15,2% per diffondere la newsletter periodica.
Gli strumenti per comunicare. Tra chi impiega strumenti di comunicazione, il 43,3% sono onp che si occupano prevalentemente di cultura, sport e ricreazione. Una comunicazione più tradizionale caratterizza quelle attive nel settore della religione, che adottano prodotti editoriali "classici", come giornali e riviste. Sono le istituzioni che fanno assistenza nelle emergenze e dedicate alla protezione degli animali che impiegano maggiormente i social network, mentre piattaforme tematiche come blog, forum e chat sono utilizzate di più nell'organizzazione dell'attività dei partiti politici e nella protezione ambientale.
La raccolta fondi. La comunicazione spesso è finalizzata alla raccolta fondi: le onp che hanno dichiarato di svolgere questa attività ammontano a 60.071 unità, pari al 20% di quelle censite dall'Istat.
C'è una forte correlazione tra la scelta di effettuare raccolta fondi e il settore di attività prevalente. Quote molto superiori alla media nazionale di istituzioni che attivano forme di raccolta fondi sono presenti nei settori della cooperazione e solidarietà internazionale (80,8%), della filantropia e promozione del volontariato (36,5%), della sanità (35,2%), e dell'assistenza sociale e protezione civile (33,9%).
Il contatto diretto dei singoli cittadini. Il contatto diretto rimane la modalità più utilizzata per la raccolta fondi (61,1% delle istituzioni), seguito dall'organizzazione di eventi e manifestazioni pubbliche (55,5%). Nel caso di ricorso al contatto diretto per la raccolta fondi, le istituzioni non profit si rivolgono contemporaneamente ai diversi settori della società: nell'81,7% dei casi ai singoli cittadini, nel 48,4% alle imprese private, nel 34,4% a istituzioni pubbliche e nel 16,1% ad altre istituzioni non profit.
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