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Analisi delle preferenze

Scritto da Rudy Francesco Calvo.

Rudy Francesco Calvo Articolo pubblicato dal quotidiano Europa.
Passata la sbornia per il risultato record della lista, nel Pd si inizia a fare i conti sulle preferenze raccolte dai candidati eletti e da quelli che invece rimarranno a casa. Emerge così una divisione in tre poli del partito, con i fedelissimi del segretario costretti a piazzarsi sull’ultimo gradino del podio dietro agli ex popolari di AreaDem e alla sinistra interna, ma solo se in quest’ultima si considerano come una sola cosa due aree (quella bersanian-dalemiana e quella dei Giovani turchi) che in realtà stanno marciando in maniera autonoma.
La sinistra. È soprattutto al nord che i bersaniani di Area riformista conquistano seggi e preferenze importanti.
Sergio Cofferati, Mercedes Bresso e Antonio Panzeri nel nord-ovest, Flavio Zanonato nel nord-est sono gli europarlamentari che si riconoscono in quest’area, ai quali si aggiunge il dalemiano Massimo Paolucci al sud. In totale, 513.915 preferenze. Delusione, invece, per il risultato deludente dell’uscente Salvatore Caronna nel nord-est e di Leonardo Domenici nel centro, che si piazzano nella parte bassa della graduatoria interna e rimangono fuori dall’europarlamento.
I Giovani turchi. Quattro sono i seggi acquisiti dai candidati vicini a “Rifare l’Italia”. Nel nord-ovest passa un po’ a sorpresa il giovanissimo spezzino Brando Benifei, al quale si aggiungono Andrea Cozzolino al sud e la capolista Caterina Chinnici nelle isole.
Risultato così così per l’uomo di punta di quest’area, il romano Roberto Gualtieri, che riesce a strappare l’ultimo posto utile nella circoscrizione centro. Quattro eletti che portano 360.514 preferenze nelle casse del Pd.
AreaDem. Sono cinque gli eurodeputati che fanno riferimento all’area degli ex popolari vicina a Dario Franceschini, molti dei quali uscenti riconfermati: Patrizia Toia nell’Italia nord-occidentale, David Sassoli e Silvia Costa al centro, Pina Picierno e Nicola Caputo al sud. Preferenze dei soli eletti: 675.210.
I renziani. Cinque eletti possono essere considerati vicini al segretario-premier. Fra tutti, ovviamente, la più votata tra i candidati dem, Simona Bonafè (centro), ma anche Isabella De Monte (nord-est), Nicola Danti (anche lui al centro) e Renato Soru (isole).
Le preferenze raccolte da questi candidati raggiungono quota 626.183. Delusione in quest’area per l’esclusione di Pino Catizone nel nord-ovest e Damiano Zoffoli e Federico Vantini, entrambi primi dei non eletti nel nord-est.
Civatiani. La terza mozione congressuale piazza un po’ a sorpresa ben tre eletti: Renata Briano, Daniele Viotti (nord-ovest) ed Elly Schlein (nord-est), per 128.842 preferenze. Non passa, nell’Italia centrale, Ilaria Bonaccorsi.
Gli altri. Alessia Mosca è certamente vicina all’ex premier Enrico Letta, così come Paolo De Castro è considerato un prodiano, Enrico Gasbarra è un ex popolare vicino a Beppe Fioroni e Luigi Morgano è vicino a Rosy Bindi. Per molti altri eletti, però, è difficile trovare un’indicazione chiara nella geografia interna del partito: Alessandra Moretti è un’ex bersaniana poi affrancatasi, così come Cecile Kyenge. Goffredo Bettini e Gianni Pittella hanno un carisma e un’autorevolezza che li rende certamente autonomi. Elena Gentile è una simpatizzante civatiana ma eletta grazia al contributo importante dell’ex sindaco di Bari, Michele Emiliano. Michela Giuffrida, infine, è assessore regionale voluta in lista dal governatore siciliano Rosario Crocetta.

Segnaliamo anche l'analisi del voto a cura di IPSOS PA»
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